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Mutui sub-prime: azione legale miliardaria contro 17 banche americane

4 Settembre 2011
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Fannie Mae e Freddie Mac (rispettivamente Federal National Mortgage Association e Federal Home Loan Mortgage Corporation) avrebbero subito danni per 41 miliardi di dollari a causa della negoziazione da parte di 17 banche americani di titoli legati ai mutui senza rispettare la stringente normativa statunitense. Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi del credito ipotecario statunitense già nazionalizzati con la crisi, controllano o garantiscono oltre la metà dei mutui americani, ovvero 31 milioni di mutui ipotecari per un valore di oltre 5.000 miliardi di dollari.

L’iniziativa in capo alla FHFA (Federal Housing Finance Agency) intende mettere chiarezza circa le modalità di esecuzione della due diligence prevista dalla legge al fine di accertare che i redditi dei mutuatari erano falsificati.

In questo scenario, va segnalata la chiara presa di posizione del Consiglio Nazionale del Notariato: “nel sistema anglo-americano – privo dell’efficace sistema di controllo preventivo notarile – i cittadini pagano un conto molto salato, come riscontrato dalle richieste di risarcimento danni e dal grave contenzioso pendente in questi mesi verso le banche”.  La presa di posizione è coerente con un documento del 2009 con il quale il Consiglio Nazionale aveva gà evidenziato “che la crisi dei subprime è  <una crisi finanziaria derivata dal crollo del valore delle obbligazioni tossiche la cui restituzione, per interessi e capitale doveva essere teoricamente garantita dall’ipoteca sottostante ai mutui originari, che la prima banca cartolarizzava cedendoli a terzi che però non avevano modo di controllare l’attendibilità dei dati>. A differenza del sistema vigente nei paesi che adottano il notariato latino (81 nel mondo), sui registri immobiliari americani non c’è alcun tipo di controllo preventivo. Negli Stati Uniti, infatti, alla base delle frodi ipotecarie c’era comunque sempre una falsificazione: di dati personali, di dati delle case, dei redditi dei mutuatari, del valore delle case, con il risultato che il mercato veniva inondato da immobili privi di garanzie certe.”

 

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