La BIS (Bank for International Settlements – Banca dei regolamenti internazionali) ha pubblicato il 22 aprile 2024 un documento di approfondimento del Dipartimento economico e monetario (BIS Working Papers n. 1180 – Aprile 2024) sulla riassicurazione della disoccupazione per l’area Euro.
In premessa al documento si riporta che la crisi del debito sovrano dell’area dell’euro ha riportato in auge il dibattito sulla creazione di ulteriori strumenti fiscali per l’area dell’euro: in particolare, una delle soluzioni proposte è stata la creazione di un regime europeo centralizzato di indennità di disoccupazione, al fine di rafforzare gli stabilizzatori fiscali automatici dell’Unione monetaria europea.
Le proposte esistenti di istituire un meccanismo di riassicurazione della disoccupazione nell’area dell’euro mirano a sfruttare le asimmetrie osservate nelle fluttuazioni cicliche dei tassi di disoccupazione dei Paesi membri dell’area: tali asimmetrie fanno sì che quando la disoccupazione è alta in alcuni Paesi, può essere bassa in altri.
Gli autori propongono quindi uno schema derivato da principi primi di mechanism-design: in particolare, utilizzando dati storici, sviluppano, risolvano e simulano un modello in cui i Paesi partecipano a una piattaforma di riassicurazione comune.
Sulla base di precedenti lavori sul design dei meccanismi, sulle reti di sicurezza digitali e sui vincoli finanziari dinamici, viene dunque proposto uno schema di riassicurazione compatibile con gli incentivi per il rischio di disoccupazione negli Stati membri dell’area dell’euro.
Lo schema è progettato in modo ottimale affinché i Paesi membri si coassicurino a vicenda, sia all’interno, che in periodi di tempo diversi, in termini di variazioni relative della disoccupazione nel tempo.
Gli importi dei contributi e dei pagamenti sono determinati in modo ottimale, come soluzione di un problema di progettazione dinamica del meccanismo e i contributi o i pagamenti netti attesi di ciascun Paese rispetto allo schema sono nulli su un lungo orizzonte temporale: pertanto, lo schema impedisce al contempo qualsiasi trasferimento permanente tra gli Stati membri.
Utilizzando i dati di 17 Paesi dell’area dell’euro nel periodo 2000-19, le simulazioni riportate mostrano che una piattaforma a livello di area dell’euro avrebbe potuto fornire una sostanziale condivisione del rischio di disoccupazione se fosse stata autorizzata a prendere a prestito fino al 2% del prodotto interno lordo dell’area.
Gli autori dimostrano inoltre che in tempi normali (gli anni prima del 2008 e dopo il 2017), c’è un equilibrio approssimativo tra il numero di Paesi che versano un contributo (il tasso di disoccupazione è inferiore alla mediana del Paese) e il numero di Paesi che ricevono un indennizzo (il tasso di disoccupazione è superiore alla mediana del Paese).
Ciò implica che gli shock della disoccupazione all’interno dell’area dell’euro sono sufficientemente non correlati.
Lo schema di condivisione del rischio proposto è concepito per livellare il rischio di disoccupazione e la spesa a livello nazionale intorno al livello mediano di ciascun Paese, in modo che la partecipazione e i contributi rimangano sempre compatibili con gli incentivi e non vi siano trasferimenti redistributivi tra i Paesi.
Gli autori dimostrano che, rispetto allo status quo, tale schema avrebbe fornito un’assicurazione quasi perfetta del rischio di spesa per disoccupazione degli Stati membri dell’area dell’euro all’indomani della crisi del debito sovrano del 2009, se fosse stato consentito di prendere a prestito fino al 2% del PIL dell’area dell’euro: limitare o non consentire l’assunzione di prestiti da parte dello schema avrebbe comunque fornito una significativa attenuazione degli avanzi e dei disavanzi dei programmi nazionali di assicurazione contro la disoccupazione nel periodo 2000-2019.