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Flash News

I risultati dell’Indagine Fintech 2023 di Banca d’Italia

20 Maggio 2024

Antonio Di Ciommo, Dottorando di Ricerca, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato il 12 aprile 2023 i risultati dell’ultima “Indagine Fintech” nel sistema finanziario italiano. 

Nel periodo oggetto di indagine, la Banca d’Italia ha rilevato, in primo luogo, un rallentamento negli investimenti nel settore che è “dovuto alla scarsa interoperabilità tra i progetti fintech e i preesistenti sistemi IT” e che “continua a rappresentare il principale ostacolo all’attività di investimento (16,8 per cento del campione); seguono l’insufficiente domanda attesa per i prodotti e i servizi generati dagli investimenti (11,4 per cento) e il reperimento delle risorse umane dotate delle competenze necessarie per sviluppare e gestire le iniziative (10,8 per cento)”.

Quanto alle tecnologie impiegate, l’indagine evidenzia che “rispetto alla precedente rilevazione è aumentato il numero dei progetti connessi con le piattaforme web-mobile, l’AI, le firme digitali, le DLT e i big data; sono diminuiti, invece, i progetti incentrati sulle API e sulla biometria; infine i progetti basati sul cloud computing pur diminuendo numericamente sono cresciuti in termini di spesa”, e che “non risultano progetti basati sul quantum computing”.

Quanto allo stato di avanzamento e alla realizzazione dei progetti, l’indagine evidenzia un certo grado di stabilità del settore quanto agli stadi di avanzamento dei progetti rispetto alla precedente rilevazione. In particolare, il 64% dei progetti risulta in produzione, mentre la modalità principale di realizzazione dei progetti risulta essere la collaborazione tra intermediari (44%), mentre “la produzione in house e l’acquisizione diretta dei servizi IT ricorrono rispettivamente nel 28,8 e nel 27,2 per cento [dei casi]”.

L’indagine Fintech sottolinea un aumento dell’incidenza delle spese sui costi operativi per i progetti di banche, istituti di pagamento e società di gestione e una diminuzione per quanto concerne i progetti degli intermediari dei mercati finanziari e che “il rapporto tra ricavi attesi e margine di intermediazione, pur seguendo un andamento speculare, è caratterizzato da percentuali inferiori; ciò dipende dalla natura differita dei ricavi rispetto ai costi (in media un progetto richiede 29,9 mesi per conseguire l’equilibrio tra costi e ricavi)”.

Quanto all’effetto sui rischi, la Banca d’Italia evidenzia che la maggioranza dei progetti potranno comportare una diminuzione dei rischi operativi e reputazionali in capo agli intermediari, mentre il 25% dei progetti può causare un aumento dei rischi causati da un aumento del ricorso all’esternalizzazione di servizi informatici presso terzi fornitori e il 7% circa un aumento dei rischi strategici, di credito, di liquidità e di mercato, fermo restando che “gli investimenti tecnologici lasciano in prevalenza invariati oppure fanno diminuire questi [ultimi] rischi”.

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