L’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato oggi un rapporto sulla rilevanza dei diversi coefficienti relativi ai requisiti patrimoniali, di leva finanziaria e di MREL/TLAC e delle relative riserve di capitale, in ambito CRR II e BRRD II.
Il rapporto riflette altresì sulle pratiche di gestione delle riserve nell’Unione europea.
In base all’attuale quadro normativo dell’UE, ovvero il Regolamento (UE) 2019/876 (CRR II) e la Direttiva (UE) 2019/879 (BRRD II), un istituto può essere soggetto a un massimo di dieci diversi coefficienti derivanti da requisiti o aspettative in termini di fondi propri e passività ammissibili:
- l‘indice di leva finanziaria
- i coefficienti di capacità di assorbimento delle perdite totali (TLAC)
- il requisito minimo per i fondi propri e le passività ammissibili (MREL)
- gli scaglioni MREL subordinati
Ciò, considerando che ogni scaglione TLAC e MREL ha una versione basata sul rischio e sulla leva finanziaria.
Il Rapporto descrive quindi il ruolo degli coefficienti normativi, sia in caso di continuità aziendale, sia in caso di cessazione dell’attività, con particolare attenzione agli elementi microprudenziali.
Riassume inoltre le differenze tra i quadri normativi dell’UE, del Regno Unito e degli Stati Uniti ed evidenzia le pratiche degli istituti in materia di buffer di gestione.
Il lavoro condotto sugli ordini di aggregazione mira a comprendere meglio l’interazione tra gli scaglioni normativi e in relazione a quali scaglioni gli istituti sono soliti fissare i buffer di gestione.
Il Rapporto descrive tutti gli scaglioni normativi rilevanti per comprendere il margine di capitale di un istituto al di sopra dei requisiti e presenta inoltre una panoramica di alto livello del quadro normativo UE attualmente applicabile, insieme a una descrizione di altri quadri normativi non UE.
L’analisi delle pratiche degli istituti in materia di buffer di gestione evidenzia che molti istituti non hanno una definizione molto chiara di buffer di gestione, ma quasi tutti fissano un obiettivo sulla base di almeno uno scaglione.
Gli istituti tendono a confrontare il buffer di gestione con il punto di riferimento più alto dello scaglione normativo pertinente su cui hanno definito il buffer di gestione.
La maggior parte degli istituti fissa un obiettivo di buffer di gestione sulla base del coefficiente CET1 basato sul rischio.
La determinazione dei buffer di gestione è influenzata da un’ampia serie di fattori:
- la capacità di gestire rischi imprevisti
- la capacità di sviluppare opportunità strategiche e commerciali
- le aspettative delle autorità di vigilanza e di regolamentazione o di altri stakeholder.
In termini di utilizzabilità percepita delle riserve di gestione, la maggior parte degli istituti ritiene che le riserve di gestione siano più utilizzabili del capitale detenuto per soddisfare il requisito combinato di riserva (CBR).