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CSDDD: l’analisi di Banca d’Italia sugli impatti economici e legali

6 Agosto 2024

Michele Greggio, Dottore di ricerca in Giurisprudenza, Università degli Studi di Padova

Di cosa si parla in questo articolo

La Banca d’Italia ha recentemente pubblicato un primo studio dettagliato sul contenuto e sui possibili impatti della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD).

La direttiva, adottata dal Parlamento Europeo il 24 aprile 2024 e pubblicata il 5 luglio 2024, impone obblighi rilevanti, connessi alla tutela dei diritti umani e dell’ambiente, alle imprese con più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 450 milioni di euro.

Nella propria analisi Banca d’Italia si concentra su tre diversi aspetti: i doveri imposti dalla direttiva; il numero e la rilevanza economica delle imprese italiane rientranti nel perimetro applicativo della nuova disciplina; una valutazione preliminare della capacità della direttiva di prevenire la violazione dei diritti che si prefigge di tutelare, insieme ad una stima complessiva degli effetti economici della stessa.

In primo luogo, lo studio evidenzia come la direttiva imponga alle imprese di: i) integrare la due diligence nei propri processi interni ponendo attenzione sul rispetto dei diritti umani e sui rischi ambientali; ii) richiedere ai propri partner commerciali di impegnarsi contrattualmente a rispettare i codici di condotta delle medesime; iii) adottare piani per garantire che i loro modelli di business siano compatibili con il rispetto dei diritti umani e con la transizione verso un’economia sostenibile e il contenimento del riscaldamento globale.

Con riferimento al numero e alla rilevanza economica delle imprese italiane soggette alla direttiva, Banca d’Italia stima un numero di imprese non finanziarie vicino a 650, oltre a 12 banche significative, 8 banche non significative e 2 intermediari finanziari non bancari.

Considerando solo le imprese non finanziarie, secondo lo studio, la CSDDD impatterebbe, in Italia, su attività che coinvolgono quasi 4 milioni di lavoratori e generano circa il 26% del totale del valore aggiunto generato dal settore privato non finanziario. 

Secondo Banca d’Italia, il rispetto dei doveri imposti alle imprese soggette alla CSDDD dovrebbe essere garantito in modo adeguato dalla contemporanea presenza di un duplice controllo, pubblico e privato: da una parte, infatti, è prevista una forma di responsabilità civile per le imprese, accertabile per il tramite di azioni attivabili da portatori di interessi quali sindacati e associazioni; dall’altra parte, è prevista la costituzione di autorità di vigilanza nazionali.

Infine, con riferimento all’impatto economico della direttiva, allo stato attuale Banca d’Italia ritiene complesso stimare il medesimo, ciononostante, ferma la variabilità dei costi per conformarsi alle nuove disposizioni, ipotizza effetti economici positivi dovuti all’aumento dell’attrattività del mercato e delle imprese europee e ai miglioramenti operativi innestati dall’implementazione dei processi interni.

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