Il CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili), e la FNC (Fondazione Nazionale Commercialisti), hanno pubblicato un documento di ricerca che analizza il tema della mediazione civile e commerciale in Italia, evidenziando il quadro normativo attuale e le recenti modifiche introdotte dalla riforma Cartabia.
La mediazione, come noto, è uno strumento volto alla conciliazione di controversie civili e commerciali riguardanti diritti disponibili, con l’obiettivo di ridurre il carico giudiziario.
Il documento traccia i principali sviluppi legislativi, partendo dalla legge delega n. 69/2009 fino al decreto-legge 10 ottobre 2022, n. 149, che ha rafforzato e ampliato l’ambito della mediazione.
La riforma Cartabia ha inoltre introdotto una serie di novità, tra cui la competenza territoriale derogabile, l’obbligo della presenza personale delle parti, e l’utilizzo della mediazione telematica.
È stato anche esteso l’elenco delle materie per cui la mediazione è obbligatoria, come condizione di procedibilità per il ricorso giudiziario.
Il documento approfondisce inoltre il ruolo del mediatore, sottolineando l’importanza della sua imparzialità e indipendenza nel facilitare il dialogo tra le parti, e le modifiche alla procedura, tra cui l’eliminazione del “primo incontro filtro” in favore di una discussione diretta.
Viene altresì specificato che, in caso di mediazione fallita, i termini per procedere giudizialmente sono regolati dal verbale di mediazione conclusivo.
Si richiama inoltre la pronuncia delle Sezioni Unite n. 3452/2024, che ha ulteriormente chiarito il ruolo della mediazione, distinguendo tra domande principali e riconvenzionali.
Infine, vengono descritte le disposizioni fiscali introdotte per agevolare le parti nella mediazione, tra cui esenzioni fiscali e crediti d’imposta, per incentivare l’utilizzo di questo strumento conciliativo.