Il Consiglio Nazionale del Notariato ha pubblicato uno studio che approfondisce il coacervo delle donazioni pregresse, alla luce delle modifiche normative introdotte dal D. Lgs. 139/2024.
In particolare, il D. Lgs. n. 139/2024 introduce rilevanti modifiche alla disciplina del coacervo delle donazioni pregresse nell’ambito dell’imposta sulle successioni e donazioni, recependo gli orientamenti consolidati della giurisprudenza e dell’Amministrazione Finanziaria.
L’art. 1 del decreto in questione abroga esplicitamente l’art. 8, c. 4, del Testo Unico delle Successioni, eliminando il meccanismo del coacervo nell’ambito delle successioni, in linea con le sentenze della Suprema Corte, che avevano già sancito l’incompatibilità dell’istituto con la natura proporzionale dell’imposta; pertanto, il coacervo successorio non può essere applicato né per il calcolo delle aliquote né per le franchigie.
Si ricorda che nell’ambito delle donazioni, il coacervo donativo è il meccanismo attraverso il quale il valore delle donazioni effettuate in passato dal donante a un determinato donatario viene sommato a quello della donazione attuale, ai soli fini delle franchigie: ciò serve a verificare se il donatario abbia superato la soglia di esenzione fiscale prevista dalla normativa.
Il decreto mantiene il coacervo donativo ma ne circoscrive l’applicabilità: in particolare, le donazioni effettuate durante il periodo di abrogazione del tributo (2001-2006) e quelle precedentemente esenti (es. donazioni di titoli di Stato) non rientrano nel meccanismo; rimane invece in vigore il coacervo per valutare se il donatario abbia già esaurito la propria franchigia fiscale nei confronti del donante.
Un ulteriore elemento di chiarezza riguarda le liberalità indirette, che includono trasferimenti immobiliari e di aziende: la norma esclude la rilevanza ai fini fiscali di queste liberalità, impedendo la loro inclusione nel coacervo; restano escluse anche le liberalità non soggette a imposta, come le donazioni di aziende e quote sociali al coniuge e ai discendenti.
Il documento sottolinea l’evoluzione dell’interpretazione normativa e giurisprudenziale, evidenziando come il decreto cristallizzi un processo già consolidato: l modifiche normative, infatti, si allineano agli orientamenti della Suprema Corte, come confermato da sentenze recenti e dalla Circolare 29/E del 2023 dell’Agenzia delle Entrate.
Questi interventi mirano a garantire una maggiore coerenza e razionalità nella gestione dell’imposta, risolvendo contrasti interpretativi pregressi.