Consob ha pubblicato l’Occasional Paper “Analisi delle principali caratteristiche del risparmio retail amministrato dalle banche”, che contiene i risultati dall’ultima indagine dell’Autorità sul risparmio amministrato, analizzando le principali caratteristiche del risparmio retail, investito in strumenti finanziari, amministrato da banche, fra il 2010 e il 2023.
Gli investimenti in strumenti finanziari custoditi e amministrati dagli intermediari per conto dei loro clienti, costituiscono il risultato dell’operatività dei clienti stessi: la composizione e la dinamica di tale aggregato è il frutto di scelte che, soprattutto per la clientela retail, si attuano in un contesto di asimmetrie informative e cognitive, e sono quindi significativamente influenzate dall’attività degli intermediari che assistono il cliente nel realizzare le operazioni sui mercati mobiliari mediante la prestazione di servizi di investimento.
Pur nella consapevolezza della centralità e specificità dei fattori distintivi del risparmio amministrato dal singolo intermediario, un’analisi a livello sistemico e aggregato delle sue caratteristiche e della relativa evoluzione costituisce un’importante informazione di contesto, utile a evidenziare tendenze di medio/lungo termine e a meglio inquadrare fenomeni di maggior dettaglio.
Tale aspetto rileva altresì in una prospettiva di vigilanza, in quanto l’osservazione nel tempo delle caratteristiche in esame permette, da un lato, di monitorare una serie di rischi ai quali i risparmi della clientela risultano, direttamente o indirettamente, esposti e, dall’altro, di evidenziare modalità operative adottate dagli intermediari nella prestazione di servizi di investimento, individuando le principali prassi di mercato.
La decisione di focalizzare l’attenzione sugli intermediari bancari risiede nell’assoluta centralità di tale tipologia di operatore nella prestazione di servizi di investimento, diversi dalla gestione patrimoniale, che incidono sulla struttura del risparmio amministrato.
In dettaglio, nel contesto domestico, dall’osservazione dei flussi di collocamento realizzati da banche e imprese di investimento nel periodo giugno 2022 – giugno 2023 è emerso un peso relativo delle prime pari ad oltre il 98% dei volumi complessivi.
Nel periodo esaminato, inoltre, si è assistito alla progressiva implementazione della Direttiva MiFID (recepita a livello nazionale a fine 2007), all’introduzione della nuova MiFID II, nonché all’attuazione di una serie di ulteriori normative indirettamente incidenti sulla prestazione dei servizi di investimento, tra cui:
- la Direttiva 2009/65/CE (UCITS)
- la Direttiva 2011/61/UE (AIFMD)
- il Regolamento 2014/1286/UE (PRIIPs)
- la Direttiva 2016/97/UE (IDD)
- le Direttive 2014/59/UE e 2019/879/UE (BRRD e BRRD2).
In tale contesto, sono stati oggetto di indagine otto tratti distintivi dei portafogli retail relativi:
- all’esposizione al rischio valuta
- all’esposizione al rischio Paese
- alla concentrazione settoriale
- all’esposizione al rischio emittente
- all’esposizione al rischio liquidità
- alla presenza di strumenti finanziari complessi
- al profilo di scadenza degli investimenti
- all’incidenza di strumenti finanziari in conflitto di interesse.
In sintesi, il documento di analisi è così suddiviso:
- il capitolo 2 espone sinteticamente le principali scelte metodologiche
- il capitolo 3 illustra il più ampio contesto in cui si inseriscono gli investimenti in strumenti finanziari della clientela retail amministrati dalle banche
- il capitolo 4 passa in rassegna le principali evidenze dell’analisi condotta sugli intermediari bancari domestici, partitamente per ciascuno degli otto fattori sopra riportati, illustrando altresì, in appositi riquadri, focus tematici connessi a fenomeni di particolare rilevanza (quali, ad esempio, la crescita, in particolare in tempi recenti, dei Titoli di Stato)
- il capitolo 5 reca le conclusioni dello studio.