Banca d’Italia ha recentemente pubblicato uno studio sulle tecniche di utilizzo della blockchain e delle criptoattività per finalità di riciclaggio, con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle nuove tecnologie basate su smart contract nella rilevazione delle operazioni anomale nella cd. Finanza Decentralizzata.
Dopo una prima parte in cui si introduce il fenomeno del riciclaggio e il problema dell’utilizzo delle nuove tecnologie, quali le blockchain e le criptoattività, per il trasferimento di valore tramite circuiti alternativi a quelli più regolamentati, lo studio approfondisce il funzionamento di tali strumenti, distinguendo, in particolare, tra finanza centralizzata e decentralizzata e i relativi exchange (rispettivamente CEX e DEX).
Lo studio prosegue con l’analisi della normativa in materia di antiriciclaggio, evidenziando gli obblighi di collaborazione attiva e passiva degli operatori, in particolare quelli attinenti ai momenti di identificazione e raccolta di informazioni sul cliente e di monitoraggio dell’operatività, e del problema del cd. pseudonimato a fini di riciclaggio.
La seconda parte dello studio è dedicata all’approfondimento delle fasi del riciclaggio (piazzamento, stratificazione, integrazione), di come le criptoattività si inseriscono in questo schema e come il loro impiego renda più complesso il contrasto al riciclaggio.
Si conclude, infine, con la valutazione dell’efficacia dei nuovi schemi e modelli tecnologici emergenti, come la zero-knowledge proof (ZKP), nell’individuazione dei soggetti e delle loro operazioni, evidenziando come, attualmente, soprattutto nel mondo DeFi, risulti ancora difficile costruire un sistema di controlli a presidio del rischio di riciclaggio in grado di sostituire la collaborazione attiva degli intermediari.