Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), congiuntamente alla Fondazione Nazionale Commercialisti (FNC), ha recentemente pubblicato delle linee guida sulla tutela dei terzi nell’ordinamento sovranazionale, nel codice antimafia, nei procedimenti penali e in quelli ante D. Lgs. 159/2011 (anche noto come Codice delle Leggi Antimafia).
Le linee guida analizzano la disciplina introdotta dal D. Lgs. n. 159/2011, focalizzandosi sulla tutela dei terzi in relazione ai beni sequestrati e confiscati: la normativa, ispirata ai principi del diritto fallimentare, regola l’accertamento e la liquidazione dei crediti vantati da soggetti terzi nei confronti di beni coinvolti in procedimenti di prevenzione patrimoniale.
Il Codice prevede procedure specifiche per garantire il contraddittorio tra le parti e la salvaguardia dei crediti in buona fede, distinguendo tra:
- terzi titolari di diritti di proprietà o di garanzia su beni sequestrati.
- terzi con diritti di credito derivanti da rapporti contrattuali.
La normativa enfatizza il ruolo del giudice delegato e dell’amministratore giudiziario, che devono verificare la liceità dei diritti vantati dai terzi, considerando la loro buona fede e l’assenza di strumentalità rispetto alle attività illecite. Il procedimento prevede, in particolare:
- la formazione dello stato passivo.
- la verifica dei crediti ai sensi degli articoli 52-59 del D. Lgs. n. 159/2011.
- la successiva liquidazione dei beni confiscati per soddisfare i creditori.
Una parte rilevante delle linee guida è dedicata alla giurisprudenza e agli interventi legislativi che hanno consolidato la disciplina, come la L. 161/2017 e la L. 228/2012, estendendo la tutela anche ai creditori con ipoteche registrate prima del sequestro.
Viene inoltre analizzata la compatibilità della normativa con i principi sovranazionali, inclusi la CEDU e la direttiva 2014/42/UE, che stabiliscono il diritto dei terzi a un ricorso effettivo.
Infine, si sottolineano le criticità operative, quali la lunghezza dei procedimenti e le difficoltà nell’applicazione simultanea della normativa antimafia e del Codice della crisi di impresa (CCII).