Il 15 aprile scorso, l’Autorità Bancaria Europea (European Banking Authority, EBA) ha pubblicato il Rapporto sul confronto tra le prassi e le tendenze di remunerazione, nonché sul divario retributivo di genere (gender pay gap), relativo agli istituti bancari e alle imprese di investimento, offrendo una significativa base informativa per il settore.
Il documento si colloca nel quadro normativo delineato dall’articolo 75, paragrafo 1, della Direttiva 2013/36/UE (CRD) e dall’articolo 34, paragrafo 1, della Direttiva 2019/2034/UE (IFD), risultando altresì conforme alle Linee guida EBA/GL/2022/06 e EBA/GL/2022/07, pubblicate il 30 giugno 2022.
In base a tali disposizioni, l’EBA raccoglie i dati trasmessi dalle autorità competenti al fine di effettuare un’attività di confronto (benchmarking) sulle prassi e tendenze retributive all’interno delle istituzioni soggette alla propria vigilanza.
In particolare, le direttive CRD e IFD stabiliscono requisiti specifici per la remunerazione del personale rilevante che influisce direttamente sul profilo di rischio delle banche e delle imprese di investimento.
In tal contesto, fino al 2021 le imprese di investimento erano soggette agli stessi limiti delle banche per il rapporto tra remunerazione variabile e fissa, con un tetto fissato al 100% (200% con approvazione degli azionisti).
Dal 2022, tuttavia, questo limite non si applica più alle imprese di investimento, che ora sono chiamate a stabilire autonomamente un rapporto adeguato nelle loro politiche retributive.
Passando al presente intervento, EBA evidenzia come il rapporto tra remunerazione variabile e fissa, nel 2023 il personale più rilevante nelle imprese di investimento ha registrato una media del 145,85%, rispetto al 191,42% del 2022.
Tale valore è significativamente più alto e meno stabile rispetto agli istituti bancari, che hanno mostrato un rapporto pari al 59,59%.
La differenza deriva dalla maggiore volatilità dei modelli di business e della redditività nelle imprese di investimento, dove i bonus più elevati sono stati registrati nell’ambito della negoziazione per conto proprio, della sottoscrizione e del collocamento di strumenti, con un incremento del 521% rispetto al limite del 100% fissato nel 2021.
Inoltre, e per la prima volta, il rapporto dell’EBA presenta dati dettagliati anche rispetto al divario retributivo di genere (gender pay gap) per tutto il personale, per il personale identificato e sulla rappresentanza di genere nelle entità.
Nel 2023, il personale femminile negli istituti bancari ha guadagnato in media il 24,48% in meno rispetto ai colleghi maschi, mentre per il personale identificato il divario è stato del 21,64%.
Nelle imprese di investimento, il divario è ancora più marcato: le donne guadagnano in media il 32,0% in meno, e il personale femminile identificato guadagna il 31,74% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Questi divari sono principalmente causati dalla sotto-rappresentanza delle donne nelle posizioni più retribuite, con solo il 33,45% delle posizioni di alto livello occupate da donne negli istituti bancari e il 12,99% nelle imprese di investimento.
I dati raccolti dall’ABE sottolineano la necessità di un’analisi più approfondita delle cause di questo divario retributivo e l’urgenza di affrontare le disparità sia retributive che di rappresentanza di genere, al fine di promuovere politiche più eque e inclusive nel settore.