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Rischio climatico: indicatori EBA per il monitoraggio dei rischi ESG

28 Aprile 2025
Di cosa si parla in questo articolo

L’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato un quadro di riferimento (dashboard) per un ampio di monitoraggio dei rischi ESG, che consente un accesso unico a indicatori comparabili di rischio climatico.

Gli indicatori di rischio ESG sono stati sviluppati in conformità all’art. 29, lett. f), del Regolamento istitutivo dell’EBA (Regolamento 1093/2010/UE), che impone a EBA di istituire un sistema di monitoraggio per valutare i rischi ambientali, sociali e di governance, tenendo conto dell’Accordo di Parigi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Gli indicatori sono costruiti sulla base dei dati ESG del terzo pilastro comunicati dalle banche al 31 dicembre 2023 e al 30 giugno 2024.

La dashboard copre dunque il rischio climatico, sia dal punto di vista della transizione, che da quello fisico: gli indicatori mostrano lo spettro dei finanziamenti “verdi”, in base all’allineamento con la tassonomia UE, ma anche al di là dei criteri della tassonomia, considerando le definizioni interne di finanza “verde” utilizzate dagli istituti.

Rischio climatico inteso come rischio da transizione

I dati mostrano un’esposizione sostanziale delle banche UE a imprese appartenenti a settori che contribuiscono fortemente al cambiamento climatico, superiore al 70% nella maggior parte dei Paesi.

Ciò può comportare un’esposizione significativa al rischio di transizione legato al clima, soprattutto se le aziende sono interessate da misure politiche legate agli obiettivi di sostenibilità, se si presenta la necessità di investire in cambiamenti tecnologici o se sono influenzate dal cambiamento delle preferenze dei consumatori: le aziende che operano in questi settori possono ovviamente essere interessate da questi rischi in misura diversa e i dati aggregati non possono riconoscere le differenze individuali o le misure di transizione già adottate.

Rischio fisico

Gli indicatori relativi al rischio fisico mostrano una quota media di esposizioni in aree soggette a rischio fisico elevato inferiore al 30% nella maggior parte dei Paesi; tuttavia, la granularità dei dati divulgati nelle diverse aree geografiche e le metodologie di valutazione variano da istituzione a istituzione.

Gli indicatori si basano sui dati divulgati dagli istituti che presentano la propria valutazione delle esposizioni e delle aree geografiche esposte a questo tipo di rischio.

Garanzie immobiliari sulle esposizioni legate al rischio climatico

La dashboard comprende anche indicatori specifici per le esposizioni garantite da immobili, che mostrano che circa la metà dei prestiti immobiliari dell’UE è classificata nelle prime due fasce di efficienza energetica, inferiori a 200 kWh/m2 di garanzia: ciò potrebbe indicare un rischio di transizione relativamente limitato legato alle garanzie immobiliari; tuttavia, le banche riferiscono di affidarsi in larga misura a proxy e stime per quanto riguarda i dati sull’efficienza energetica, da cui la necessità di interpretare questi dati con cautela.

Allineamento con la tassonomia UE

Lo strumento fornisce indicatori relativi all’allineamento delle banche UE/SEE con la tassonomia UE e oltre: sebbene il Green Asset Ratio (GAR) rimanga basso, leggermente inferiore al 3% in media, vi è una notevole dispersione tra le banche e i Paesi dell’UE.

Il livello attualmente basso dell’indicatore è dovuto alla struttura dell’indicatore stesso: l’indicatore GAR calcolato, che allinea il numeratore e il denominatore dell’indicatore, presenta livelli più elevati; il basso livello dell’indicatore è dovuto anche al fatto che l’economia è ancora in fase di transizione, e in questa fase poche attività sono in grado di dimostrare l’allineamento con i criteri della tassonomia.

Per facilitare l’interpretazione, i dati GAR sono accompagnati da altri indicatori, che offrono un focus più dettagliato sui prestiti a specifiche tipologie di controparti, presentando l’ambito delle esposizioni che possono essere valutate in base ai criteri della Tassonomia e l’entità dei prestiti verdi basati su criteri diversi dalla Tassonomia UE.

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