La BCE ha pubblicato il proprio rapporto annuale riferito al 2024, durante il quale l’Autorità ha proseguito il proprio ciclo di politica monetaria, articolato in tre fasi:
- inasprimento (luglio 2022 – settembre 2023): i tassi di interesse sono aumentati di 450 punti base.
- mantenimento: i tassi sono rimasti stabili
- allentamento (da giugno 2024): la politica monetaria è diventata gradualmente meno restrittiva.
Il periodo esaminato nel rapporto BCE oggi pubblicato rientra proprio nelle ultime due fasi di tale ciclo: all’inizio del 2024, con un tasso sui depositi al 4% e un’inflazione scesa al 2,9%, le previsioni indicavano il ritorno all’obiettivo del 2% entro il 2025, pur persistendo incertezze legate alla dinamica salariale.
Le decisioni della BCE si sono basate su tre criteri principali:
- andamento delle prospettive di inflazione
- inflazione di fondo
- intensità della trasmissione della politica monetaria.
Nel corso dell’anno, quindi, in sintesi, come si evince dal rapporto annuale BCE 2024:
- sono stati ridotti i tassi di 100 punti base complessivi tra giugno e dicembre 2024
- il bilancio BCE si è ridotto di 500 miliardi di euro
- è terminato il rimborso dei fondi TLTRO III (fondi presi in prestito dalle banche nell’ambito della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine) e i reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
In ambito operativo, la BCE ha adattato il proprio assetto per gestire una minore liquidità, mantenendo come principale strumento il tasso sui depositi.
Fra gli avvenimenti importanti che hanno segnato il 2025 e l’attività della BCE, si segnalano, sinteticamente:
- la crescita del 72% dei pagamenti istantanei tramite TIPS
- l’avanzamento nella fase preparatoria dell’euro digitale
- i progressi nella progettazione di una nuova serie di banconote
- l’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale nelle attività interne
- il lancio del piano “clima e natura 2024-2025“
Infine, la BCE segnala che nel 2024 il sostegno dei cittadini europei all’euro ha raggiunto il massimo storico, a conferma dell’importanza del progetto europeo sulla moneta unica come catalizzatore di pace e prosperità in Europa.