Il 25 novembre 2014 l’ISDA ha diffuso un paper (“Principles for CCP Recovery”) nel quale si analizzano le principali questioni sul tavolo degli operatori del mercato dei derivati in relazione ai meccanismi di recovery di una controparte centrale di compensazione (CCP).
In particolare, il documento illustra alcuni principi chiave che, a parere dell’ISDA, dovrebbero essere tenuti in considerazione nelle regolamentazioni (internazionali e nazionali) e nei documenti contrattuali relativi ai rapporti tra clienti, partecipanti diretti (Clearing Members) e CCPs per riuscire a gestire al meglio le situazioni di crisi e/o di vera e propria insolvenza di una CCP.
Tra i punti chiave presentati dall’ISDA nel documento vi sono i seguenti:
1) la necessità di assicurare trasparenza dei processi di risk management e delle metodologie di gestione delle CCPs;
2) l’obbligatorietà, la standardizzazione e la trasparenza di procedure di stress test applicate alle CCPs;
3) la necessità di implementare procedure adeguate per definire i pool di asset che la CCPs debba avere a disposizione in via continuativa per assorbire eventuali perdite;
4) la definizione di ben chiare procedure di recovery (sia a livello internazionale che nazionale) da avviare nei confronti di una CCP al verificarsi di ben specifici eventi;
5) l’obbligo di definire quando, nell’impossibilità di proseguire e/o di avviare procedure di recovery della CCP, si debbano invece attivare veri e propri meccanismi di tipo liquidatorio, con l’ovvio blocco preventivo di tutte le attività di compensazione esercitate dalla CCP.
Sugli aspetti presentati nel documento, l’ISDA si attende che il dibattito fra gli operatori e i regulators (a livello nazionale e internazionale) continui nei prossimi mesi.