Il 3 maggio 2016 la Commissione Europea ha pubblicato un Working Document in materia di crowdfunding, in cui si evidenzia la necessità supportare e regolare tale strumento, inteso come “strumento alternativo di finanziamento” mirato a fornire ai cittadini europei nuove modalità di approvvigionamento e raccolta di risorse finanziarie.
Nel Working Document, la Commissione evidenzia come il crowdfunding possa essere particolarmente efficace nel favorire la crescita dei diversi settori economici, nonché assicurare protezione agli investitori, per quanto al momento non sia ancora adeguatamente utilizzato nei mercati degli Stati Membri (anche se l’Istituzione sottolinea un positivo trend di diffusione).
Per quanto in diversi ordinamenti nazionali è ben possibile individuare delle forme di regolamentazione in materia di crowdfunding, le divergenze tra i vari ordinamenti e l’assenza di una legislazione comune disincentivano lo sviluppo dello strumento.
A tale riguardo, l’Istituzione ricorda che:
- alcuni Stati Membri ritengono che le piattaforme dovrebbero essere regolate da una disciplina di settore, indipendentemente dal “passaporto MiFID”; mentre
- altri Stati Membri ritengono che esse possano svolgere attività legate al crowdfunding sfruttando il “passaporto MiFID”, applicando il principio del mutuo riconoscimento.
Evidenziati i benefici del crowdfunding, la Commissione si pone l’obbiettivo di mantenere un confronto con le autorità di vigilanza UE, gli Stati Membri e gli operatori nel settore del crowdfunding, al fine di favorirne lo sviluppo e promuoverne la convergenza della regolazione a livello di Unione Europea.
Il documento fa parte del più ampio Action Plan Package pubblicato a fine settembre 2015 dalla Commissione Europea, mirato a realizzare, attraverso diverse iniziative, l’Unione dei Mercati di Capitali nel territorio dell’UE (cosiddetta Capital Markets Union o CMU).