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Renzi: veto su proposte di tetto ai titoli di Stato nel portafoglio delle banche

18 Febbraio 2016
Di cosa si parla in questo articolo

Nel corso della seduta n. 579 del 17 febbraio 2016, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016, ha affermato la volontà del Governo di metteremo il veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di Stato nel portafoglio delle banche.

Di seguito il passaggio in questione, riportato a pagina 49 del resoconto stenografico completo della seduta che si pubblica in allegato:

“Si è svolta una discussione, anche con una mozione di sfiducia al Governo, sulla questione delle banche di alcuni territori del nostro Paese. Oggi ci rendiamo conto che il vero tema delle banche in Europa è una questione enorme che riguarda la prima banca tedesca, oltre che la seconda banca tedesca. Voglio essere chiaro. Io faccio il tifo perché quella banca non soltanto sia salvata, ma sia messa altresì nelle condizioni di agire per il bene dell’economia europea, perché sarebbe un assurdo pensare il contrario in una divisione nazionalista. Ma il dato di fatto è che, anziché preoccuparci dei titoli di Stato italiani o di altri Paesi che vengono acquistati dalle banche, bisogna avere la forza di dire che nella pancia delle banche, di molte realtà del credito europeo, c’è un eccesso di derivati, di titoli tossici, che credo debba portare con chiarezza l’Italia a prendere una posizione.

Noi metteremo il veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di Stato nel portafoglio delle banche, e su questo mostreremo, senza alcun cedimento, una coerenza e una forza esemplari. Contemporaneamente lasciatemi dire che, se alcuni istituti di credito del Nord Europa avessero tenuto i titoli di Stato italiani nel 2011-2012, oggi avrebbero molto più rendimento, anziché essersi messi in pancia alcune realtà profondamente discutibili e che comunque non danno un rendimento come quello che avrebbero garantito i titoli di Stato italiani a quel livello”.

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