Con nota del 25 febbraio 2015, prot. n. 4594, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fornito chiarimenti circa il caso, analizzato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, di un soggetto iscritto in un albo professione, contestualmente titolare di un rapporto di lavoro dipendente, al quale si garantisce la possibilità di svolgere, senza obbligo di apertura della partita IVA, collaborazioni impropriamente definite “occasionali”, atteso che per le medesime, dal punto di vista fiscale, non è richiesto né il rispetto del limite di durata massima, pari a 30 giorni, né il limite di compensi percepibili nell’anno solare, pari a 5000 euro.
In tal caso, precisa il Ministero, qualora l’attività svolta dal soggetto rientrasse tra le attività tipiche della professione per il cui esercizio è avvenuta l’iscrizione all’albo, i relativi compensi sarebbero considerati quali redditi di lavoro autonomo, con conseguente integrale soggezione degli stessi alla relativa disciplina.