Nel caso di un mutuo ipotecario cui sia collegato un contratto di swap, stipulato tra le medesime parti e nella medesima data del mutuo, dotato di funzione di copertura del rischio di tasso di interesse proprio del rapporto creditizio, non è corretto congiungere, per il calcolo del tasso ai fini usurari, gli interessi pattuiti con il contratto di mutuo e il differenziale pagato nell’ambito dello swap. Si tratta infatti di pattuizioni distinte: l’una remunera la sovvenzione effettuata, l’altra è finalizzata alla «copertura» e disciplina del rischio di oscillazione del tasso variabile prescelto. Il differenziale maturato nell’ambito del contratto di swap non è un costo del credito, ma solo il risultato di una pattuizione finanziaria collaterale ma indipendente, avente scopo ulteriore e diverso.
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