Con sentenza n. 787 del 04 novembre 2013 la Corte d’Appello di Lecce ha condanna una banca per il mancato rispetto degli obblighi informativi relativamente ad un’operazione di investimento in obbligazioni Lehman Brothers.
Sul punto il cliente investitore aveva eccepito che, già nel febbraio del 2008, si era registrato il deprezzamento dei titoli Lehman Brothers, poi accentuatasi progressivamente fino al fallimento della banca emittente, avvenuto il 15 settembre 2008. Al contempo, gli organi di stampa aveva evidenziato in due occasioni nel giugno del 2008 la retrocessione del rating da parte di Standars e Poor’s, il dimezzamento di capitalizzazioni di borsa nel giro di un anno, le perdite in circa 23 miliardi di dollari, il precipitare delle obbligazioni del 19%, arrivando a parlare del rischio di insolvenza della Lehman Brothers e paventando che neppure il governo avrebbe potuto salvarla.
A fronte di tale scenario la banca non aveva informato il cliente investitore dell’aggravamento del rischio, risultando perciò inadempiente sia rispetto agli obblighi imposti dalla normativa in materia (T.U.F. e Reg. Consob), sia rispetto al regolamento negoziale, che le imponeva (guida pratica “Patti Chiari” cui la banca aveva) di segnalare all’investitore “prima, durante e dopo le scelte di investimento” l’aumento di rischio” significativo”.
Al contrario, la banca aveva informato il cliente della situazione di dissesto dell’emittente solo con nota 16 gennaio 2009, dopo il dichiarato fallimento.