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Giurisprudenza

L’applicabilità dell’art. 120 Legge Fall. all’amministrazione straordinaria, la sospensione degli interessi ex art. 55 co. 1 Legge Fall. e la prescrizione dei relativi crediti

1 Dicembre 2020

Massimiliano Arrigo

Cassazione Civile, Sez. I, 19 giugno 2020, n. 11983 – Pres. Didone, Rel. Amatore

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Nella pronuncia in commento la Suprema Corte di Cassazione ha pronunciato tre principi di diritto con riferimento agli interessi disciplinati dell’art. 55 co. 1 della Legge Fallimentare.

In primo luogo, la Corte ha statuito come “[…] la sospensione del decorso degli interessi vale solo all’interno del concorso e non si estende anche ai singoli rapporti correnti tra ciascun creditore ed il fallito”, conseguendone come gli interessi continuino a decorrere nei rapporti tra il singolo creditore ed il debitore soggetto al procedimento concorsuale, così valorizzando il tenore letterale dell’art. 55 co. 1 Legge Fall.

In secondo luogo, la Corte ha precisato come “la prescrizione degli interessi sui crediti chirografari […] matura anche nel corso della procedura concorsuale” in ragione della sospensione dell’esigibilità degli interessi con riferimento esclusivamente interno alla procedura, conseguendone, da una parte, la facoltà del creditore di agire per la tutela del credito e, dall’altra, la potenziale prescrizione nelle more del procedimento fallimentare.

In terzo luogo, relativamente all’interruzione della prescrizione dei crediti chirografari con effetto permanente per l’intera durata del procedimento, la Corte ha distinto tra il procedimento fallimentare – la cui prescrizione viene interrotta dalla domanda di insinuazione al passivo – ed il diverso caso dell’amministrazione straordinaria – laddove, ai sensi della disciplina originaria prevista dalla legge n. 95/1979, la prescrizione è interrotta dall’esecutività dello stato passivo depositata dal commissariio ai sensi dell’art. 209 co. 1 Legge Fall.

Infine, la Suprema Corte di Cassazione ha affrontato il tema del rapporto tra l’art. 120 Legge Fall. e l’amministrazione straordinaria riconoscendone, in mancanza di un espresso richiamo al Capo VIII del Titolo II della legge fallimentare, l’applicabilità sul presupposto che, diversamente, alla chiusura del procedimento il debitore risulterebbe liberato dai propri debiti in pregiudizio al principio di responsabilità patrimoniale sancito dall’art. 2740 c.c.; ne consegue come, in assenza dell’esdebitazione, sussiste la reviviscenza del diritto ad agire nei confronti del debitore per la parte residua del credito. Alla luce di quanto sopra, la Corte ha ribadito come a fronte della chiusura della procedura di amministrazione straordinaria non segue la liberazione delle obbligazioni non soddisfatte (fra cui, gli interessi maturati nel corso della procedura).

Nel caso di specie, gli Ermellini hanno, pertanto, accolto il ricorso principale e cassato la sentenza impugnata pronunciata dal giudice di merito che, in un procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, aveva respinto la domanda con cui il creditore aveva chiesto la condanna del debitore – tornato “in bonis” dopo la chiusura della procedura di amministrazione straordinaria – al pagamento degli interessi maturati nel corso del procedimento.

Il prossimo 22 gennaio si terrà il WebSeminar, organizzato da questa Rivista, di rassegna della giurisprudenza in materia fallimentare dedicata all’anno 2020. Di seguito il programma dell'evento.

Questioni in tema di ammissioni al passivo «critiche»
Luciano Panzani, già Presidente della Corte d’Appello di Roma

Revocatoria nei confronti del fallimento
Francesco Terrusi, Consigliere della Corte di Cassazione

Accordo di ristrutturazione
Antonio Didone, già Presidente di Sezione della Corte di Cassazione

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