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Giurisprudenza

Utili extracontabili: presunzioni in materia di imposte dei redditi di società di capitali

6 Febbraio 2019

Avv. Stefano Capponi

Cassazione Civile, Sez. V, 13 luglio 2018, n. 18643 – Pres. Locatelli, Rel. Bernazzani

Di cosa si parla in questo articolo

In materia di accertamento delle imposte sui redditi delle società di capitali, è perfettamente ammissibile, se riguarda società di capitali a ristretta base sociale, una presunzione di utili extracontabili in capo ai soci ove sussista, a carico della società, un valido accertamento di utili non contabilizzati. Tale accertamento può anche discendere dalla quantificazione dei profitti effettuata in altra sentenza che la riguarda, seppure non ancora passata in giudicato. Il meccanismo descritto è legittimo in quanto il fatto noto alla base della presunzione – non dell’esistenza degli utili o della loro distribuzione, bensì della concreta percezione da parte dei soci – risiede proprio nella ristrettezza della base sociale e nel vincolo di solidarietà e di reciproco controllo tra questi ultimi che, in tal caso, normalmente caratterizza la gestione in questo tipo di società. Incombe eventualmente sulla parte, che ne contesti il fondamento, censurare la pronuncia per violazione dell’obbligo di sospensione ex art. 295 c.p.c., atteso il rapporto di pregiudizialità tra i giudizi (Cass. Sez. VI-V, 5581/2015).

Nella stessa sentenza la Corte di Cassazione si sofferma su un altro meccanismo presuntivo a cui possono essere sottoposte, come avvenuto nella fattispecie concreta posta alla sua attenzione, le società di capitali. Segnatamente, chiarisce che l’amministrazione finanziaria non può pretendere, presumendone l’onerosità, di assoggettare a tassazione il compenso dell’amministratore di una società in mancanza di prova contraria da parte del contribuente, non potendo fondare tale pretesa su una presunzione relativa. Ciò, in virtù del fatto che il diritto al compenso professionale dell’amministratore ha natura disponibile, e pertanto rinunciabile, come già confermato in passato dalla giurisprudenza (Cass. Sez. I, del 13/11/2012, n. 19714).

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