La ratio della disciplina tributaria delle società controllate estere è spiccatamente antielusiva, in quanto l’imputazione c.d. per trasparenza richiama alla disciplina tributaria interna redditi anche solo apparentemente prodotti in territori esteri a fiscalità privilegiata.
Conseguentemente, il reddito della controllata estera viene trattato come reddito della controllante domestica, restando quindi assoggettato all’aliquota applicabile pro tempore, ossia del 33 per cento.
L’ente controllante che sia in perdita o senza redditi propri, non potrà invocare per i redditi esteri imputati in trasparenza l’aliquota del 27 per cento, in quanto in tal modo reclamerebbe un trattamento agevolato.