CDS e Rating
04.03.2013 – Torna anche in auge il generalizzato decoupling tra la percezione del rischio dei "periferici" e del resto del mondo. Gli spread sui CDS dei PIIGS hanno vissuto infatti una settimana di generalizzato aumento, mentre i paesi considerati più safe hanno visto ridursi i propri spread di rischio. L’innalzamento dei tassi in Italia potrebbe compromettere la tenuta dei conti dello stato. A sottolinearlo è stata Moody’s che ha ribadito la necessità di trovare velocemente una situazione di maggiore governabilità, pena un ulteriore taglio del rating. Le agenzie di rating si sono anche pronunciate sull’altro tema caldo della settimana, ovvero l’inizio dei tagli programmati alla spesa pubblica degli Stati Uniti. A rischio non vi è per il momento la valutazione del paese, ma la crescita e l’occupazione, le cui debolezze appaiono ancora evidenti.
Valute & Commodity
Sul fronte valutario le turbolenze europee si sono fatte inevitabilmente sentire. I movimenti di capitale soprattutto verso l’area dollaro sono stati elevati ed il cambio EUR/USD ha continuato a scendere seguendo il trend degli ultimi giorni. Si è arrivati a sfondare anche la psicologica soglia di 1,29 Dollari per Euro. Sorte analoga perla maggior parte delle valute globali, ad eccezione dello YEN. Sul fronte materie prime da segnalare ancora la debolezza, soprattutto in una fase potenzialmente favorevole, per l’oro. Il metallo giallo è rimasto sostanzialmente immobile, anche se l’investitore in Euro ha potuto beneficiare dell’apprezzamento della valuta. Le altre materie prime hanno invece seguito le alterne vicende legate alla congiuntura globale.
Dati Macro
Sul versante dei dati macro, messi in ombra dalla situazione politica italiana e americana, registriamo buone indicazione sull’andamento del ciclo USA. Il mercato immobiliare ha dato ulteriori segnali di miglioramento con un aumento delle vendite a gennaio e con un rialzo del 6,8% dell’indice S&P/CaseShiller che misura la performance dei prezzi delle case delle 20 principali aree metropolitane degli USA. Buoni anche i dati sul versante della fiducia delle imprese (indice ISM) e dei consumatori (University of Michigan) che, previsti in diminuzione, hanno nettamente battuto le attese. Anche in Europa e in Cina abbiamo avuto qualche indicazione sulla fiducia delle imprese, anche se non con risultati positivi.
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