Il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (European Data Protection Board – EDPB), composto dai rappresentanti delle autorità nazionali per la protezione dei dati e dal Garante europeo della protezione dei dati (GEPD), ha pubblicato la relazione annuale relativa all’anno 2020.
Durante la pandemia da Covid-19, evidenzia l’EDPB, gli Stati membri dell’Unione hanno iniziato ad adottare misure per monitorare, contenere e mitigare la diffusione del virus. In ragione del contesto, l’EDPB ha fornito il proprio contributo sulle app di localizzazione e tracciamento dei contatti; l’elaborazione di dati sanitari per la ricerca scientifica; sulle restrizioni ai diritti dei cittadini in uno stato di emergenza e sul trattamento dei dati nel contesto della riapertura delle frontiere.
Inoltre, continua l’EDPB, a seguito della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 16 luglio 2020, C-311/18 (Schrems II) è stato emesso un documento di FAQ, seguito da Raccomandazioni per misure supplementari quando si utilizzano strumenti di trasferimento dei dati a livello internazionale, per garantire il rispetto del livello di protezione richiesto dal diritto dell’UE, e raccomandazioni sulle garanzie essenziali europee che contribuiscono alla valutazione delle misure di sorveglianza che consentono l’accesso ai dati personali dati da parte di autorità pubbliche in paesi terzi.
Inoltre, nel corso del 2020, l’EDPB ha definito la sua Strategia per il 2021-2023, che copre quattro obbiettivi strategici:
- promuovere l’armonizzazione e facilitare la compliance;
- sostenere un’applicazione efficace e una cooperazione efficiente tra le autorità di vigilanza nazionali;
- un approccio dei diritti fondamentali alle nuove tecnologie;
- una valutazione della dimensione globale della tutela dei dati.