CDS e Rating
08.10.2012 – Gli spread di rischio fanno segnare un movimento settimanale sostanzialmente al ribasso, soprattutto sui periferici. Anche sulle banche il movimento rispecchia quanto visto sui singoli paesi. Ragionamento a parte per il CDS degli Stati Uniti che da qualche settimana sta mostrando qualche turbolenza con un deciso movimento al rialzo. Le perplessità legate alla tornata elettorale del mese prossimo e soprattutto le incertezze legate agli effetti del fiscal cliff (si stima un effetto di potenziale contrazione del 2% del Pil) stanno facendo aumentare i timori degli investitori internazionali sull'economia a stelle e strisce. Sul fronte rating nessuna novità sostanziale. Rimane ancora aperta la possibilità di un prossimo declassamento di Madrid allo stato di "spazzatura".
Valute & Commodity
Movimento al rialzo per l'Euro che ha ripreso forza rispetto alla maggior parte delle valute globali, sia sviluppate che emergenti. Il cambio Eur/Usd si mantiene comunque all'interno della fascia compresa tra 1,27 e 1,33. Interessante movimento al rialzo contro le valute oceaniche anche dopo l'intervento sui tassi della banca centrale australiana. Continua la fase di contrazione delle materie prime energetiche e industriali, con il petrolio che subisce una grossa volatilità in queste settimane (spinta dati macro e andamento del cambio). Più controtendenza i metalli preziosi, che probabilmente iniziano a beneficare anche delle nuove iniezioni di liquidità annunciate il mese scorso da parte delle FED.
Dati Macro
La settimana macro ha fornito indicazioni interessanti sul mercato americano. L'indice ISM è tornato sopra la soglia dei 50 punti e il tasso di disoccupazione è sceso sotto l'8%, al 7,8%. Molti operatori considerano molti dei dati delle ultime settimane un po’ drogati da esigenze di natura elettorale, anche se il mercato sembra comunque beneficiare di queste indicazioni. In Europa la situazione è invece peggiore. Nei periferici (Spagna in testa) la disoccupazione è in forte aumento e le stime di crescita di molte economie, per esempio la Germania, sono riviste al ribasso (fonte FMI, 2012 allo 0,9% contro la precedente attesa dell'1%). In settimana in attesa i dati sulla bilancia commerciale in Europa e USA e alcuni dati su inflazione e produzione industriale.
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