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Market talk: ultime notizie dal mondo dei mercati finanziari

10 Settembre 2012

Consultique

CDS e Rating

10.09.2012 – Il rinnovato appetito per il rischio, con la riduzione dei premi richiesti dal mercato, è evidente anche nell’andamento dei CDS. I movimenti al ribasso sono stati pressoché unidirezionali nella scorsa ottava, con i periferici (Spagna, Italia e Portogallo) che l’hanno fatta da padroni. Sul fronte rating non si segnala nessun intervento in settimana, a meno delle dichiarazioni dell’agenzia Moody’s che ha ribadito come il deterioramento della qualità degli attivi degli istituti di credito italian proseguirà fino al 2013 e, complice lo stato recessivo del paese,"influenzerà negativamente la loro già bassa redditività". Non si intravede quindi una ripresa dell’attività bancaria classica legata al miglioramento della situazione macro del paese.

Valute & Commodity

Sul fronte valutario la spinta delle parole di Draghi (nonostante i continui, almeno apparenti, no della Germania) hanno permesso la continuazione del recupero dell’Euro sulle altre valute globali (sviluppate ed emergenti). In settimana il cambio EUR/USD è schizzato da 1,26 a 1,28 con un movimento molto violento e simile a quello che si è osservate su tassi d’interesse e CDS. Le commodity hanno indubbiamente beneficiato del boost del cambio. Sono stati soprattutto i metalli preziosi a beneficiare di questo elemento, con l’oro che ha definitivamente rotto una fase laterale che durava da molti mesi. Discorso a parte per le altre materie prime più legate al ciclo. Gli energetici risentono più che altro del rallentamento globale che in settimana ha ricevuto altri segnali di conferma.

Dati Macro

Gli attesi indici ISM americano e PMI della zona Euro e cinese hanno decisamente deluso il mercato, con rilevazioni molto al di sotto della soglia recessiva (50). L’industria globale è in forte rallentamento e le aspettative negative sulla situazione economica non danno speranze di ripresa sul fronte occupazionale e dei consumi. Il rallentamento è in atto e i dati confermano una conclamata recessione in Europa e un’imminente fase recessiva negli USA (probabilmente nella prima parte del prossimo anno). La Cina ne subirà inevitabilmente le conseguenze. La settimana entrante sarà ricca di dati sull’inflazione globale. Pochi i dati leading. Tra questi il più interessante da monitorare sarà la fiducia dei consumatori USA (Università del Michigan) in uscita venerdì.

 

 

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