Un risparmiatore della provincia di Pavia chiede un consiglio su come comportarsi con la polizza “Di Più New World 9 Bis”, un prodotto di Mediolanum International Life, sottoscritto il 6 dicembre 2007 e con durata di poco inferiore ai 10 anni. La scadenza è infatti posta al 19 maggio 2017.
Il contratto analizzato è una polizza assicurativa mista e più precisamente una polizza index linked, un particolare prodotto le cui prestazioni finanziarie sono legate all’andamento di indici o panieri di mercato. Il contenuto assicurativo della polizza si esaurisce nella restituzione del valore più alto tra il premio versato o del valore di mercato del portafoglio finanziario maggiorato dell’1%, nel caso di decesso dell’assicurato in data antecedente alla scadenza.
In caso non si verifichi il caso morte, all’assicurato viene liquidato il capitale versato o, se maggiore, un controvalore che tiene conto dell’andamento di un paniere di indici (cosiddetto “fattore di indicizzazione”). Un fattore chiave nel prodotto è che non vi è un vero rendimento minimo garantito, in quanto se pure si prevede la liquidazione del capitale, la compagnia non risponde dell’eventuale rischio di credito connesso all’insolvenza degli emittenti sottostanti al portafoglio finanziario costruito. Quest’ultimo consiste in una componente obbligazionaria zero coupon (emessa da Mediobanca e con scadenza coincidente con la data finale del contratto) che garantisce, a scadenza e salvo eventi di default, il capitale versato inizialmente.
Le prestazioni accessorie sono realizzabili attraverso una componente di natura derivativa (emessa da Credit Suisse) e rendono possibile un controvalore di liquidazione più elevato alla scadenza del contratto.
La struttura finanziaria venduta in collocamento si completa con il costo di caricamento proprio del prodotto, il quale vede quindi questa composizione iniziale su base 100: 64 come componente obbligazionaria, 23 come parte derivativa e infine un costo di collocamento della polizza index linked pari a 13. Si deduce quindi che il reale valore del prodotto venduto non è 100, bensì 87.
La natura “linked” della polizza si evidenzia nel legame tra le prestazioni e il basket di indici azionari descritti dal prospetto informativo: S&P 500, Nikkei, Dow Jones Eurostoxx e FTSE Xinhua 25. La modalità di calcolo del fattore di indicizzazione prevede di fissare un valore iniziale del basket e di rilevare con regolarità annuale l’andamento degli indici previsti. Di questi valori viene fatta la media che viene poi raffrontata al valore fissato inizialmente, dando luogo ad un possibile valore aggiuntivo a scadenza se il valore calcolato risultasse più alto.
Si passa ora ad analizzare l’andamento dell’investimento del cliente, tenuto conto che, dalla data di sottoscrizione, tutti gli indici del paniere dal 2007 hanno descritto una parabola discendente. Questo si traduce in un valore attuale della polizza pari a 58,84 (dati al 30 settembre 2011), con una perdita di oltre il 40% rispetto a quanto sottoscritto inizialmente. Questo crollo è facilmente spiegabile dettagliando l’andamento delle componenti iniziali, ossia il “100” da cui si è partiti. Ricordiamo che una prima componente di costo (13) già implicitamente aveva tolto valore all’investimento; la seconda, quella derivativa, si è completamente azzerata visto il down trend che ha colpito i mercati azionari nel 2008 e nel 2011. La parte obbligazionaria, ossia lo zero coupon Mediobanca con scadenza 2017, ha d’altro canto subito cali di prezzo sostanziosi visto l’aumento del premio per il rischio del comparto bond bancario. Se, infatti, si procede a calcolare il rendimento a scadenza della polizza (da 58,84 al 100 della scadenza), si ottiene un valore annuo superiore al 10%, coerente con i rendimenti di molte obbligazioni bancarie con scadenza nel medesimo anno.
Quella che era quindi la sottoscrizione di un prodotto di natura assicurativa, si è trasformata nella detenzione di un bond bancario, a scadenza medio lunga e caratterizzata al momento da un profilo di rischio medio alto. A confermare questa considerazione, oltre all’”high yield” a scadenza dell’investimento, troviamo anche altri indicatori di rischio come i CDS sull’emittente obbligazionario sottostante. Allo stesso modo è risultato particolarmente penalizzante per l’investitore la scelta di un prodotto caratterizzato da un costo iniziale così marcatamente alto, una trasparenza molto bassa e un livello di complessità che difficilmente si riscontra nelle conoscenze del risparmiatore medio.
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