La finalità da parte degli istituti bancari di offrire strategie innovative porta alla strutturazione di prodotti complessi, spesso non replicabili dalle classiche tipologie di investimento presenti sul mercato. Un esempio è dato dai “Certificates”, definiti come prodotti strutturati caratterizzati da un contenuto opzionale (rischio/protezione) anche molto rilevante. Lo scopo dei certificates è offrire, con vari livelli di rischio e rendimento, opportunità di investimento legate al verificarsi o meno di determinati eventi sul mercato. Quest’ultimo può essere di qualsiasi natura: indici azionari, materie prime, tassi di interesse, valute, singole azioni e altro. L’investitore ci ha fatto analizzare il “Bonus Cap” che tra le tante categorie in cui sono classificati è piuttosto nota. Questi certificati garantiscono un rendimento “bonus” a scadenza rispetto a quanto investito ma solo se, durante tutta la vita del certificato, non viene violata la cosiddetta “barriera”, ossia un livello minimo di prezzo. Tale livello è determinato, in percentuale, rispetto ad un valore iniziale, detto strike price. Il certificato analizzato è un prodotto di BNP Paribas sul titolo azionario Unicredit, con codice ISIN NL0009526201. Le caratteristiche del certificato sono queste: un valore iniziale (strike) del sottostante pari a 0,892 euro, un barriera posta a 0,446 (-50% rispetto allo strike, quindi), una scadenza posta al 16/12/2011 e un valore di rimborso pari a 110,5 per ogni certificato detenuto. Questo significa che se Unicredit non scenderà mai al di sotto del livello posto 0,446, il certificato rimborserà un valore pari a 110,5 in data 16/12/2011. Se, invece, il livello barriera venisse toccato, il certificato rimborserà a scadenza un valore decurtato della perdita subita dal sottostante rispetto allo strike.
Risulta evidente come, a circa 1 mese dalla scadenza, l’andamento del sottostante sia da monitorare attentamente; alla data in cui si scrive, Unicredit quota 0,832 euro e quindi per toccare la barriera dovrebbe perdere il 46,4%. Il certificato presenta un book di negoziazione con un bid ask pari a 103/104. Nel caso favorevole per l’investitore, quindi, un investimento nel certificato a 103,50 verrebbe ripagato con un rimborso a 110,5, con un rendimento complessivo pari a 6,76% in circa un mese. Nel caso sfavorevole, invece, ossia Unicredit sotto 0,446 durante il tempo residuo, si avrebbe un valore di rimborso legato alla quotazione di Unicredit a scadenza. Se per ipotesi il 16/12/2011 il titolo quotasse 0,669, si avrebbe un valore di rimborso pari a 75, in quando il livello di prezzo si trova a -25% rispetto allo strike price. Questo è un esempio concreto di struttura opzionale che lega insieme differenti scenari sul sottostante: sarà l’investitore, secondo la sua propensione al rischio e secondo gli strumenti già presenti in portafoglio, a valutare la convenienza o meno della “scommessa”.
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