La clausola delle condizioni generali secondo cui l’intermediario “non risponde dell’eventuale acquisizione di dati e informazioni riguardanti il Titolare da parte di terzi che abbiano in qualunque modo accesso agli strumenti operativi (ad esempio il personal computer) utilizzati dal Titolare per effettuare con la Carta, attraverso la rete internet, le operazioni dispositive e informative di cui al precedente art. 5. Il Titolare è responsabile, tenendone in ogni forma esonerata ***** , per i danni di qualsiasi natura eventualmente derivanti dall’aver il titolare stesso incautamente fornito a terzi i propri dati personali e/o strumenti di identificazione e legittimazione”, appare, nella sua prima parte, meramente ripetitiva di principi generali dell’ordinamento, essendo ovvio che l’intermediario non possa essere chiamato a rispondere di condotte (quali ad esempio, l’aver il cliente consentito a terzi l’accesso al proprio personal computer) alle quali sia rimasto totalmente estraneo, mentre è da ritenersi nulla, ai sensi dell’art. dell’art. 36, lett. b) del c.d. Codice del Consumo (D. Lgs. 6/09/2005 n. 206) nella parte in cui esclude qualsiasi possibilità per il consumatore di far valere l’eventuale responsabilità dell’intermediario nella causazione del danno.