L’azione revocatoria esercitata dal curatore fallimentare, ai sensi dell’art. 66, comma 2, l.fall., nei confronti dei terzi aventi causa del primo acquirente del fallito, pur presupponendo l’esercizio della revocatoria fallimentare nei confronti dell’atto dispositivo posto in essere dal fallito, che è all’origine della catena dei trasferimenti, e la conseguente dichiarazione d’inefficacia di tale atto, è una revocatoria ordinaria, il cui accoglimento, presupponendo l’accertamento della mala fede dell’acquirente, rende irrilevante, in presenza di tale accertamento, la mancata precisazione da parte del curatore del tipo di azione che ha inteso esercitare, rientrando nel potere – dovere di qualificazione giuridica spettante al giudice la riconduzione della domanda all’art. 2901 c.c.
Massima Ufficiale