Pubblicato sulla Rivista di Diritto Bancario l’articolo di Stefania Santamaria, Dottore di Ricerca, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, sul controllo governativo sulla cessione dei crediti deteriorati.
Il presente lavoro si propone di verificare se il Governo possa opporsi alla vendita dei crediti bancari non performanti, tenuto conto della recente estensione del Golden Power al settore bancario, ai sensi dell’art. 15 del decreto c.d. “Liquidità” che ha sollevato numerosi dubbi sull’applicabilità di tale istituto alle operazioni di cessione dei non performing loans.
Più in generale, soffermandosi sulla portata innovativa della summenzionata disposizione di cui all’art. 15, v’è chi ha accolto con favore detta estensione, finalizzata a proteggere gli assets strategici da possibili manovre acquisitive di investitori stranieri; di contro si rinvengono in letteratura le opinioni di chi l’ha ritenuta inopportuna e dannosa per l’economia nazionale.
Si è temuto, infatti, che i tempi richiesti dalla normativa del Golden Power per l’espletamento delle operazioni di verifica avrebbero potuto rallentare il processo di derisking con inevitabili ripercussioni in termini di allocazione delle risorse alle famiglie ed alle imprese.
Dopo aver analizzato i presupposti richiesti dalla normativa in presenza dei quali il Governo è legittimato ad azionare il Golden Power, si giunge alla conclusione che, nell’ipotesi di cessione dei non performing loans, la Presidenza del Consiglio dei Ministri non possa avvalersi di tale potere. Detta tesi, come si vedrà, pare trovi riscontro, tra l’altro, nel DPCM n. 179 del 2020.
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