Banca d’Italia ha pubblicato un’analisi sugli effetti di una carbon tax sui tassi di default dei prestiti alle imprese.
Il lavoro valuta il possibile impatto dell’introduzione di una tassa sulle emissioni di CO2 (c.d. carbon tax) sul tasso di default dei prestiti alle imprese delle banche italiane a livello settoriale.
Viene svolto un esercizio controfattuale utilizzando il modello di microsimulazione della Banca d’Italia, che tiene conto della quota di imprese vulnerabili e del debito da loro detenuto.
Secondo le stime, se nel 2018 fosse stata introdotta una carbon tax di 50 euro per tonnellata di CO2, l’anno successivo il tasso trimestrale medio di default dei prestiti alle imprese considerate nell’analisi sarebbe aumentato di circa un quarto (dal 2,8 al 3,6 per cento).
Anche con una tassa di 800 euro – un’ipotesi coerente con uno scenario di transizione disordinata – il tasso di default sarebbe restato al di sotto del picco storico (circa 9,5 per cento nel 2013).
Gli effetti potrebbero tuttavia essere più rilevanti se la tassa venisse introdotta in periodi caratterizzati da una maggiore vulnerabilità delle imprese o da tassi di default più elevati.