Con lettera al mercato del 17 novembre 2015 l’IVASS ha richiamato l’attenzione delle imprese di assicurazione sull’importanza di adottare le idonee iniziative volte a recepire le indicazioni della Corte di Cassazione nella sentenza del 20 agosto 2015, n. 17024, già pubblicata in questa Rivista (cfr. contenuti correlati), nella redazione delle clausole dei nuovi contratti di assicurazione sulla vita e nella gestione delle richieste di indennizzo relative a contratti già stipulati che dovessero contenere clausole analoghe a quelle oggetto di censura.
Con il citato provvedimento, la Cassazione ha riconosciuto il carattere vessatorio di una serie di previsioni contrattuali presenti in una polizza di assicurazione sulla vita, aventi ad oggetto gli oneri posti in capo al beneficiario per ottenere la liquidazione del capitale in caso di morte dell’assicurato.
In particolare, la Corte ha fornito un elenco di clausole da considerarsi vessatorie, e quindi nulle, ai sensi dell’art. 33, comma 2, lettera q, del d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, in quanto subordinano il pagamento dell’indennizzo ad adempimenti eccessivamente onerosi da parte del beneficiario.