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Intermediazione finanziaria non bancaria nell’era digitale: le raccomandazioni dell’EBA

5 Maggio 2022
Di cosa si parla in questo articolo

L’EBA ha pubblicato un rapporto sui prestiti non bancari rivolto alla Commissione UE.

Le proposte dell’EBA mirano ad affrontare i rischi derivanti dall’erogazione di prestiti da parte di enti non bancari nei settori della vigilanza, della protezione dei consumatori, dell’antiriciclaggio e del contrasto al finanziamento del terrorismo (AML/CFT), rischi macro e microprudenziali.

Sebbene l’entità dei prestiti non bancari nell’UE rimane limitata rispetto al credito fornito dalle banche, l’attività FinTech è aumentata negli ultimi anni.

Le tendenze osservate al di fuori dell’UE mostrano anche che le BigTech e altri operatori non tradizionali hanno già sviluppato e implementato con successo modelli di business per il prestito.

La fornitura di servizi finanziari innovativi può apportare vantaggi ai consumatori e aumentare la concorrenza nel mercato.

Tuttavia, l’analisi dei regimi normativi attualmente in vigore indica che i prestiti non bancari restano ampiamente disarmonizzati in tutta l’UE e ciò potrebbe creare sfide per tutte le parti interessate, comprese le autorità di regolamentazione.

Nel presente rapporto, l’EBA ha individuato i rischi connessi ai prestiti da parte di operatori non bancari e ha avanzato alcune proposte per affrontarli:

  • garantire che il quadro di protezione dei consumatori rimanga adeguato allo scopo in vista dell’ingresso di nuovi attori nel mercato. A tal fine, l’EBA propone i) di rafforzare gli obblighi di informativa e garantire che siano equi, efficaci e adeguati alle nuove forme di prestito; ii) rafforzare i requisiti per la valutazione del merito creditizio, per garantire che sia condotta nell’interesse dei consumatori;
  • rafforzare le disposizioni in materia di autorizzazione e ammissione alle attività e chiarire l’individuazione del perimetro prudenziale e delle responsabilità di vigilanza nella prestazione transfrontaliera dei servizi, per consentire un più efficace presidio;
  • assicurare un adeguato controllo e rispetto dei requisiti relativi al settore AML/CTF;
  • migliorare i quadri di monitoraggio e rendicontazione per evitare che qualsiasi aumento improvviso dei rischi macroprudenziali rimanga irrisolto.
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