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Global minimum tax: il Parlamento UE sulla tassazione minima delle multinazionali

1 Giugno 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione relativa alla Proposta di Direttiva volta a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale (global minimum tax) per i gruppi multinazionali del digitale nell’Unione.

Nel dicembre 2021, i membri dell’OCSE e del G20 hanno raggiunto un accordo sulla global minimum tax per una riforma fiscale per affrontare le sfide relative alla digitalizzazione dell’economia.

Di conseguenza, la Commissione europea ha adottato la proposta di Direttiva in oggetto per trasporre tale riforma nel diritto dell’Unione europea.

Mentre il Parlamento è ampiamente d’accordo con le proposte della Commissione UE per quanto riguarda i tempi di attuazione (entro la fine del 2022), viene richiesta una clausola di revisione per la soglia al di sopra della quale una società multinazionale sarebbe soggetta all’aliquota fiscale minima.

Il Parlamento chiede inoltre alla Commissione di valutare l’impatto della legislazione sui Paesi in via di sviluppo.

Il Parlamento ritiene inoltre necessario ridurre alcune delle esenzioni previste nella proposta della Commissione e ridurre le possibilità di abuso con la previsione di una norma che preveda misure volte al contrasto dell’evasione fiscale.

Cos’è la Global minimum tax?

La proposta di Direttiva nasce dalla pratica adottata da molte multinazionali del settore digitale che hanno modelli di business in cui creano valore attraverso l’interazione tra la loro attività e i consumatori in luoghi in cui non hanno una presenza fisica o hanno una presenza molto marginale.

L’accordo sulla global minimum tax OCSE, cui è ispirata la disciplina delineata dal legislatore UE, presenta una soluzione a due pilastri.

Il primo pilastro riguarda un approccio unificato ai diritti di tassazione delle multinazionali più grandi e redditizie.

Il secondo pilastro introduce un’aliquota minima d’imposta sulle società del 15% per mitigare le pratiche di trasferimento dei profitti verso giurisdizioni con tassazione nulla, molto bassa o agevolata.

La direttiva si applicherà alle società con un fatturato di almeno 750 milioni di euro all’anno.

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