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Regolamento MiCA sui crypto-asset: accordo tra Parlamento e Consiglio UE

1 Luglio 2022
Di cosa si parla in questo articolo

La Presidenza del Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di Regolamento relativo ai mercati dei crypto-asset (markets in crypto-assets – Acronimo MiCA) che riguarda gli emittenti di crypto-asset non garantiti e le cosiddette “stablecoin”, nonché le sedi di negoziazione e i portafogli in cui sono detenuti i crypto-asset.

La proposta ha lo scopo di:

  • proteggere gli investitori;
  • preservare la stabilità finanziaria;
  • consentire l’innovazione e promuovere l’attrattiva del settore dei crypto-asset;
  • prevedere una normativa europea al fine di promuovere la convergenza delle normative nazionali sul tema (esistenti o non).

Il Regolamento MiCA e i rischi legati ai crypto-asset

Il MiCA proteggerà i consumatori da alcuni dei rischi associati all’investimento in cripto-asset e li aiuterà a evitare schemi fraudolenti.

Attualmente, i consumatori hanno diritti molto limitati di protezione, soprattutto se le transazioni avvengono al di fuori dell’UE.

Con le nuove norme, i fornitori di crypto-asset dovranno rispettare requisiti rigorosi per proteggere i portafogli dei consumatori e saranno responsabili in caso di perdite subite dagli investitori.

Il MiCA coprirà anche gli abusi di mercato relativi a qualsiasi tipo di transazione o servizio, in particolare la manipolazione del mercato e l’abuso di informazioni privilegiate.

Gli attori del mercato dei crypto-asset saranno tenuti a dichiarare informazioni sulla loro impronta ambientale e climatica secondo gli RTS che verranno sviluppati dall’ESMA.

Entro due anni, la Commissione europea dovrà presentare una relazione sull’impatto ambientale dei crypto-asset e sull’introduzione di standard minimi obbligatori di sostenibilità per i meccanismi di consenso, compresa la proof-of-work.

In materia di antiriciclaggio, il MiCA prevede che EBA sia incaricata di mantenere un registro pubblico dei fornitori di servizi di crypto-asset non conformi.

I fornitori di servizi di cripto-asset, la cui società madre si trova in Paesi elencati nella lista UE di Paesi terzi considerati ad alto rischio per le attività antiriciclaggio, nonché nella lista UE di giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, saranno tenuti a implementare controlli rafforzati in linea con il quadro antiriciclaggio dell’UE.

Al fine di proteggere i consumatori, in materia di stablecoin verrà richiesto agli emittenti di costituire una riserva sufficientemente liquida, con un rapporto 1/1 e in parte sotto forma di depositi.

A ogni detentore di una “stablecoin” verrà offerto un credito in qualsiasi momento e gratuitamente dall’emittente, e le norme che regolano il funzionamento della riserva prevederanno anche un’adeguata liquidità minima.

Inoltre, tutte le cosiddette “stablecoin” saranno supervisionate dall’Autorità bancaria europea (EBA), e la presenza dell’emittente nell’UE sarà un requisito indispensabile per qualsiasi emissione.

Autorizzazioni per i fornitori di servizi di crypto-asset

In base all’accordo provvisorio, i fornitori di servizi di crypto-asset (CASP) avranno bisogno di un’autorizzazione per operare nell’UE.

Le autorità nazionali dovranno rilasciare le autorizzazioni entro tre mesi. Per quanto riguarda i CASP più grandi, le autorità nazionali trasmetteranno regolarmente le informazioni pertinenti all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).

I token non fungibili (NFT), cioè gli asset digitali che rappresentano oggetti reali come arte, musica e video, saranno esclusi dall’ambito di applicazione, a meno che non rientrino nelle categorie di crypto-asset esistenti.

Entro 18 mesi la Commissione europea sarà incaricata di preparare una valutazione completa e, se ritenuto necessario, una proposta legislativa specifica, proporzionata e orizzontale per creare un regime per gli NFT e affrontare i rischi emergenti di questo nuovo mercato.

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