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Trattamento prudenziale delle esposizioni in Crypto-Asset: la posizione ISDA

21 Luglio 2022
Di cosa si parla in questo articolo

L’International Swap and Derivatives Association (ISDA) ha reso nota la propria posizione informale in merito alla consultazione del Comitato di Basilea sul trattamento prudenziale delle esposizioni delle banche in crypto-asset.

Il 30 giugno scorso, infatti, il Comitato di Basilea ha avviato una consultazione sul trattamento prudenziale delle esposizioni delle banche in materia.

La nuova consultazione si basa sulle proposte pubblicate per la prima volta lo scorso anno e mantiene un approccio generalmente conservativo, ma lo ottiene attraverso misure più sensibili al rischio, anziché imponendo semplicemente requisiti patrimoniali onerosi.

La ponderazione del rischio molto punitiva del 1.250% per i crypto-asset, come il Bitcoin, è sostituita da una nuova categoria di attività che soddisfano determinati criteri di riconoscimento delle coperture.

Per le attività appartenenti a questo nuovo gruppo, per il calcolo dei requisiti patrimoniali potranno essere utilizzate versioni modificate dei modelli patrimoniali standardizzati.

Ma il Comitato di Basilea ha anche introdotto dei limiti alla quantità di operazioni che le banche possono effettuare su questo mercato.

Un nuovo limite alle esposizioni del secondo gruppo limiterebbe le esposizioni totali di una banca all’1% del patrimonio di base, applicato a livello aggregato senza il beneficio della compensazione delle esposizioni.

Ciò costituirebbe un limite significativo alla partecipazione delle banche e potrebbe indurle a concludere che non vale la pena investire in questo mercato.

Sono state proposte anche altre modifiche, tra cui l’eliminazione del legame tra requisiti patrimoniali e trattamento contabile, che eviterà alle banche di dover applicare una deduzione patrimoniale alle esposizioni in crypto-asset se classificate come attività immateriali nel quadro contabile.

Inoltre, è stata introdotta una nuova componente aggiuntiva per l’ infrastructure risk pari al 2,5% del valore dell’esposizione per tutte le attività del gruppo 1, al fine di tenere conto del rischio associato alla tecnologia distributed ledger.

Sul tema, l’ISDA ritiene pregevole la proposta del Comitato di Basilea, infatti: l’abbandono di un requisito patrimoniale volutamente rigido e conservativo è un grande passo avanti.

L’ISDA ritiene che il capitale debba essere sensibile al rischio, anche se ciò richiede una metodologia più complessa per cogliere efficacemente i rischi di un mercato relativamente nuovo.

Tuttavia, continua l’ISDA, se da un lato la nuova proposta lascia alle banche il margine di manovra per detenere livelli di capitale adeguati al rischio e per rispondere alla domanda di intermediazione in criptovalute da parte dei clienti, dall’altro il limite di esposizione minaccia di soffocare tale capacità consentendo solo una partecipazione limitata.

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