Banca d’Itali ha pubblicato un approfondimento su dati e metodi per la valutazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici e ambientali in Italia.
In particolare, evidenzia Banca d’Italia, nell’ultimo periodo è notevolmente cresciuta la domanda di dati legati alle tematiche della finanza sostenibile e dei cambiamenti climatici.
Un numero sempre più ampio di imprese è chiamato ad integrare nei propri processi gestionali il presidio dei rischi climatici e ambientali e a individuare obiettivi di diminuzione delle emissioni di gas serra coerentemente con gli impegni dell’Accordo di Parigi del 2015.
Tuttavia, l’evoluzione delle imprese su questo fronte sono ancora limitati.
Parte del ritardo, evidenzia Banca d’Italia, è dovuto anche dalla diffusa difficoltà nel reperire i dati.
Le banche, sia italiane che europee, denotano ancora un limitato presidio dei rischi climatici e i piani per rispondere alle aspettative di vigilanza sono ancora in fase di elaborazione.
Sul punto si parla di un sustainable data gap per l’analisi del cambiamento climatico e della finanza sostenibile, inteso come insufficienze nella disponibilità, nella fruibilità, nell’accesso e nell’affidabilità delle informazioni.
Per un corretto controllo dei rischi climatici e ambientali è necessario un investimento nella raccolta, produzione e archiviazione di dati.
Nel presente approfondimento vengono analizzati i dati necessari per analizzare i rischi di sostenibilità, in particolar modo i rischi climatici e ambientali, nonché i dati necessari agli intermediari per rispondere agli obblighi di trasparenza previsti dalla regolamentazione finanziaria.