Banca d’Italia ha pubblicato un approfondimento sull’iniziativa di cooperazione PUMA (Procedura Unificata Matrici Aziendali) in materia di segnalazioni di vigilanza.
In particolare, evidenzia l’Autorità, le segnalazioni di vigilanza che gli intermediari bancari e finanziari sono tenuti a inviare periodicamente alla Banca d’Italia sono state oggetto di profondi cambiamenti negli ultimi due decenni: aumento delle informazioni da trasmettere, tempi di risposta più rapidi, crescente complessità delle elaborazioni necessarie a produrre le segnalazioni.
Il contesto internazionale è stato il motore di questa evoluzione: la politica monetaria unica, che richiede informazioni analitiche a supporto delle proprie strategie, l’avvio di segnalazioni armonizzate in materia di vigilanza e risoluzione delle crisi e la necessità di dati sempre più granulari hanno portato a profondi cambiamenti nel quadro di rendicontazione delle banche centrali.
Il ruolo delle autorità sovranazionali nella definizione dei requisiti di rendicontazione è diventato preponderante, così come la richiesta di dati di qualità sempre più elevata, pienamente armonizzati tra i vari Paesi, con una varietà e un livello di dettaglio in grado di cogliere la maggiore complessità del settore finanziario.
In questo contesto, è diventato sempre più difficile per gli enti segnalanti far fronte, in modo tempestivo e accurato, alle numerose nuove richieste di informazioni ricevute da più autorità e alle frequenti modifiche alle segnalazioni preesistenti, nonché alla necessità per tali autorità di disporre di un set di dati basato su interpretazioni normative coerenti tra gli enti segnalanti.
In Italia, nel corso degli anni, l’iniziativa nota come PUMA (Procedura Unificata Matrici Aziendali), una collaborazione strutturata tra intermediari bancari e finanziari e Banca d’Italia, promossa e coordinata da quest’ultima, ha rappresentato una risposta concreta e di successo alla crescente complessità del quadro di rendicontazione.
Avviata negli anni Ottanta, nel pieno di un ampio processo di automazione dell’elaborazione dei dati, PUMA ha svolto un ruolo di primo piano nel promuovere e facilitare l’adozione di un “approccio integrato” alla raccolta e all’elaborazione dei dati che le banche e gli altri intermediari finanziari sono tenuti a trasmettere alla Banca d’Italia, contribuendo a migliorarne la qualità e a ridurne i costi di produzione.
All’interno della Banca d’Italia, il PUMA è il canale primario di contatto con i soggetti segnalanti per le unità organizzative che definiscono la normativa di segnalazione; costituisce inoltre una fonte unica di conoscenza per approfondire, con estremo dettaglio, ogni questione interpretativa e tecnica relativa all’attuazione delle istruzioni di segnalazione.
Allo stesso modo, per i soggetti vigilati, PUMA è diventato una componente essenziale dell’approccio aziendale agli obblighi di segnalazione statistica, particolarmente importante quando vengono implementate nuove raccolte di dati.
Negli ultimi anni, il PUMA è stato messo alla prova da una serie di esperienze.
In primo luogo, è diventato un punto di riferimento internazionale per iniziative simili di cooperazione con gli enti segnalanti.
In particolare, il progetto statistico strategico del SEBC, noto come Banks’ Integrated Reporting Dictionary (BIRD) e fortemente sostenuto dalla Banca d’Italia, rispecchia direttamente il PUMA, in quanto mira a costruire una cooperazione con l’industria bancaria europea per definire regole standard per la produzione di dati richiesti dalle autorità (in particolare la Banca Centrale Europea – BCE, l’Autorità Bancaria Europea – EBA, e il Single Resolution Board – SRB).
In secondo luogo, i principi alla base di PUMA possono essere riconosciuti in approcci alternativi, come quelli basati su modelli RegTech o data-pull.
Il presente documento inquadra l’esperienza di PUMA nel contesto dell’evoluzione delle segnalazioni di vigilanza che le banche sono tenute a inviare alla Banca d’Italia e ad altre autorità (EBA, BCE, SRB).
La sezione 2 fornisce una panoramica storica di tutte le segnalazioni – statistiche, di vigilanza e di risoluzione – evidenziandone la crescente complessità.
La sezione 3 descrive il progetto di cooperazione PUMA e spiega il suo contributo alla produzione dei dati.
La sezione 4 illustra altre esperienze di cooperazione tra banche centrali ed enti segnalanti.
La sezione 5 esamina una serie di approcci innovativi al reporting regolamentare che sono in fase di valutazione o che sono già stati adottati dalle autorità.
Le conclusioni delineano il possibile scenario futuro del PUMA in un contesto di reporting sempre più armonizzato a livello europeo.