Con Comunicazione del 15 febbraio 2023, Banca d’Italia ha fornito indicazioni alle banche sulle modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali (ius variandi) motivate dall’andamento dei tassi d’interesse e dell’inflazione.
In particolare, la Comunicazione invita le banche a valutare con attenzione, secondo un “approccio olistico”, possibili modifiche unilaterali dei contratti motivate dall’aumento dei costi legati all’inflazione.
In secondo luogo, gli intermediari vengono chiamati a valutare di rivedere in senso favorevole per i clienti le condizioni precedentemente modificate a fronte dei tassi di interesse bassi o negativi.
Il presente seminario, partendo dall’analisi del regime dello ius variandi come consolidatosi nei precedenti orientamenti della Vigilanza, giurisprudenziali, e dell’Arbitro bancario finanziario (ABF), vuole fornire indicazioni circa la legittimità e le modalità di attuazione di una manovra legata all’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse.
Tematiche oggetto di attenzione e discussione
- Il regime dello ius variandi nell’art. 118 TUB: il concetto di giustificato motivo
- Le comunicazioni Banca d’Italia 2014 e 2017 e la Circolare MiSE n. 5574 del 2007 nel diritto applicato
- Casista: le variazioni giustificate dal mutamento delle condizioni economiche generali nella giurisprudenza e nelle decisioni ABF
- Gli effetti dell’inflazione sugli intermediari finanziari
- La comprovabilità degli effetti sul rapporto bancario e l’aumento dei costi operativi
- La comparazione dell’aumento dei costi con quello dei tassi di interesse
- La prova della congruità tra motivazione addotta e variazione contrattuale apportata
- Il rispetto degli obblighi di corretta comunicazione del motivo
- Il tema delle modifiche legati a tassi bassi o negativi
- La revisione in melius dei contratti
- Il diverso bilanciamento degli interessi del cliente