Pubblicato l’intervento di Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, sui profili di rischio e priorità di vigilanza delle banche Less significant (LSI).
Siani ha evidenziato che il numero di banche Less significant in Italia si è ridotto da 131 a 119 unità tra la fine del 2019 e la fine del 2021. Questa diminuzione è dovuta alla fusione di alcuni intermediari marginali con operatori più solidi, alla trasformazione del modello di business di alcune banche e alla limitata presenza di nuovi ingressi nel settore.
Tuttavia, l’evoluzione recente è stata fortemente influenzata dal conflitto tra Russia e Ucraina, che ha peggiorato le prospettive di crescita dell’economia mondiale.
Questo ha causato un rialzo dei costi dell’energia e ha avuto conseguenti impatti sulla disponibilità e sui prezzi delle materie prime. Inoltre, il rapido aumento dell’inflazione ha portato a una normalizzazione della politica monetaria in Europa, con un conseguente aumento dei tassi d’interesse.
Il comparto delle LSI rimane caratterizzato da un elevato livello di eterogeneità nei profili tecnici.
La sostenibilità dei diversi modelli di business che convivono nel sistema, come le banche tradizionali, le banche specializzate nell’asset management e altri operatori specializzati nell’area della gestione dei crediti deteriorati, risente di cambiamenti strutturali, di mercato e congiunturali che caratterizzano il contesto di riferimento.
Questi cambiamenti rendono potenzialmente difficile il mantenimento degli equilibri economici, patrimoniali e finanziari.
Nel complesso, l’evoluzione della situazione tecnica delle banche Less significant osservata negli ultimi mesi mostra un recupero dei margini reddituali, soprattutto per quelle con business model tradizionale.
Tuttavia, il percorso di recupero di livelli sostenibili di redditività per questi intermediari è solo agli inizi, poiché il loro cost-income ratio rimane ancora stabile intorno al 70 per cento, leggermente superiore a quello degli intermediari maggiori.
Per le piccole banche specializzate nel settore dell’asset management, l’andamento dei margini commissionali ha risentito dell’evoluzione non favorevole dei mercati e di oneri della struttura mediamente più elevati delle altre LSI.
Profili di rischio e priorità di vigilanza per le banche Less significant
Negli ultimi anni, la Vigilanza ha rafforzato la propria attività di monitoraggio per individuare tempestivamente le situazioni di maggiore vulnerabilità e stimolare interventi volti a presidiare i rischi tradizionali e innovativi, favorendo un generale rafforzamento della resilienza del comparto.
Tuttavia, nell’analisi della sostenibilità del business model degli intermediari nel triennio 2020-2022, è emersa una quota non marginale di fragilità sia dal punto di vista reddituale che della rischiosità e dell’adeguatezza patrimoniale, che avrebbe potuto condurre a situazioni di crisi in assenza di una netta inversione di rotta.
Gli intermediari con queste criticità sono oggetto di supervisione rafforzata e di interventi volti a promuovere possibili soluzioni alle criticità aziendali.
Inoltre, la Vigilanza ha continuato l’attività di analisi e monitoraggio delle esposizioni che hanno beneficiato di misure di sostegno concesse nel contesto pandemico, prestando particolare attenzione ai crediti beneficiari di garanzia pubblica, in vista dell’avvio del rimborso nel corso del 2022.
Nonostante queste attività, al momento non ci sono segnali diffusi di criticità, ma le evidenze tratte dall’analisi sono utili per supportare il dialogo di vigilanza, soprattutto nei confronti delle banche con situazioni di potenziale rischiosità.
La Banca d’Italia ha inoltre promosso e monitorato le iniziative degli intermediari per la gestione delle esposizioni deteriorate, rilevando che le banche hanno confermato l’impegno al contenimento dei non-performing loans (NPL), conseguendo risultati sostanzialmente in linea con gli obiettivi prefissati.
Tuttavia, ci sono ancora alcune differenze tra le banche che sono oggetto di specifica attenzione da parte della Vigilanza, che continua a monitorare i livelli di copertura al fine di promuovere politiche di valutazione degli attivi robuste e proattive.
Rischi e opportunità per il futuro
Nel 2022, il settore bancario italiano ha ottenuto risultati positivi e le stime per il biennio 2023/24 indicano potenziali benefici per la redditività bancaria.
Tuttavia, il mutato contesto di riferimento richiede un’attenta valutazione dei possibili rischi. È quindi importante che gli sforzi di razionalizzazione del comparto delle banche less significant, già in corso negli anni recenti, continuino facendo leva sui positivi risultati reddituali per favorire il rafforzamento della situazione attuale.
Nonostante ci siano potenziali benefici, il livello di incertezza resta significativo e la gestione aziendale deve preservare elevati livelli di prudenza, inclusa la valutazione delle poste di bilancio e le politiche di distribuzione degli utili.
Anche se ci sono canali di smobilizzo degli attivi verso il comparto non bancario, non deve essere trascurata l’attenzione ai rischi presenti nei bilanci delle banche, con profili di rischio potenzialmente differenti e con esigenze di valutazione approfondita.
Il tema della sostenibilità del business model deve rimanere al centro delle riflessioni strategiche degli intermediari, anche in considerazione delle evoluzioni del contesto.
Inoltre, non si può escludere che operatori marginali, con una redditività non sostenibile, debbano uscire dal mercato o essere assorbiti da altri intermediari, anche in presenza di un avverso contesto congiunturale.
La governance continua a essere di estremo rilievo, soprattutto in contesti di incertezza come quello attuale. È importante la gestione consapevole e critica dei rapporti con i fornitori esterni, che riducono i margini di manovra della banca su alcuni fronti, con ricadute sull’autonomia strategica.
È inoltre necessario continuare a razionalizzare l’articolazione dei processi produttivi e le modalità di offerta dei servizi, grazie al ricorso alla leva tecnologica e al perseguimento di sinergie in collaborazioni esterne.
È importante sviluppare anche i presidi interni, in termini tecnici e di expertise disponibili ai vari livelli della struttura aziendale.
La Vigilanza svolge un’azione mirata sui profili di rischio effettivi, tradizionali o innovativi, incorporando il principio di proporzionalità nella programmazione dell’attività e identificando un’intensità minima dei controlli anche sulle situazioni non problematiche.
Tuttavia, la valutazione prudenziale del profilo di rischio specifico del singolo intermediario determina una supervisione rafforzata nei casi connotati da maggior criticità, al fine di presidiare la stabilità complessiva del sistema.