Con nota del 22 marzo 2021, la Banca d’Italia ha fornito un approfondimento sull’impatto delle moratorie sui mutui sulla vulnerabilità delle famiglie italiane.
L’ambito di operatività delle moratorie sui mutui è stato ampliato per fornire un sostegno alle famiglie indebitate colpite dalla crisi da Covid-19. Le richieste di sospensione delle rate, elevate soprattutto nei primi mesi della pandemia, sarebbero riconducibili, evidenzia la Banca d’Italia, prevalentemente a individui che dichiarano di aver subito un forte calo del reddito familiare, che risiedono nel Nord-Ovest o che operano nell’industria, nei servizi o nei settori del commercio e della ristorazione. Si stima che alla fine del 2020 e del 2021 la quota di famiglie finanziariamente vulnerabili sia pari a circa l’1,9 per cento del totale (mezzo milione di nuclei), con una quota del debito intorno al 10 per cento. In assenza delle moratorie la quota delle famiglie finanziariamente vulnerabili sarebbe stata del 2 per cento nel 2020.
Nella propria nota, Banca d’Italia sottolinea che al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari che hanno beneficiato della misura potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento delle rate, poiché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale.
L’Autorità ritiene pertanto cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo. Se da un lato un prolungamento del periodo di sospensione delle rate potrebbe generare fenomeni di azzardo morale e problemi per le banche connessi ai flussi di pagamento, dall’altro lato la mancata estensione potrebbe generare difficoltà di rimborso da parte delle famiglie con un conseguente incremento dei crediti deteriorati nei bilanci bancari.