Luigi Federico Signorini, Direttore Generale della Banca d’Italia e Presidente dell’IVASS, ha tenuto un discorso sulla sostenibilità, la transizione ecologica e la finanza pubblica.
Nel corso del suo intervento, ha sottolineato la necessità di una chiarezza riguardo agli obiettivi a lungo termine, la consapevolezza delle azioni necessarie nel presente per raggiungere quegli obiettivi e la continuità dell’azione nel corso degli anni. Ha affermato che la razionalità e la lungimiranza dovrebbero guidare l’agire politico, non l’austerità.
Ha sostenuto che una società che investe nella riduzione del debito e nella lotta al degrado ambientale non ha bisogno di invocare un’etica collettiva della rinuncia, indipendentemente dalle motivazioni profonde e dalle scelte morali e ideologiche dei singoli. La transizione ecologica, se affidata alla creatività e all’iniziativa del mercato, può e deve essere una fonte di sviluppo economico e di benessere generale. È la protezione ossessiva del vecchio, la battaglia di retroguardia a difesa dell’assetto produttivo esistente, che riduce le prospettive di occupazione e reddito, non l’apertura al nuovo.
Ha poi affermato che non c’è alcuna alternativa fondamentale tra crescita e rigore finanziario. Al contrario, finanze pubbliche solide possono contribuire a sostenere il potenziale di crescita dell’economia nel lungo periodo grazie alla riduzione dell’incertezza che altrimenti graverebbe sulle decisioni di investimento e consumo. Inoltre, il debito pubblico è un peso ossessivo che rappresenta un vincolo costante alla capacità di reazione delle politiche e un rischio sempre in agguato. Pertanto, è un onere che l’Italia deve cercare di scrollarsi di dosso seriamente.
Signorini ha evidenziato che gli operatori della finanza sono consapevoli della minaccia potenziale di instabilità legata all’eccessivo debito pubblico e del costo permanente rappresentato dalla sua espressione di mercato, lo spread sovrano.
Sebbene la consapevolezza del rischio climatico e degli altri rischi ambientali sia relativamente recente nel mondo bancario e finanziario, è convinto che essa non tarderà a consolidarsi. Il lavoro che le banche stanno facendo, accompagnate dall’autorità di vigilanza, sulla valutazione dei rischi legati al cambiamento climatico e alla transizione energetica fa parte del loro mestiere.
Perciò, perseguire uno sviluppo sostenibile è una decisione di investimento economicamente razionale.