In caso di contestazioni circa l’uso fraudolento della carta, in mancanza di allegazioni e dimostrazioni probatorie circa la clonazione della carta, emerge prepotentemente il convincimento che le operazioni disconosciute siano state effettuate mediante l’uso della carta e del Pin in possesso del cliente. A maggior ragione laddove, come nel caso di specie, l’intermediario, nel riscontrare il reclamo del cliente, abbia escluso l’ipotesi della clonazione, chiedendo al ricorrente (che non aveva lamentato la sottrazione o lo smarrimento della carta) di documentare la sua estraneità al compimento delle operazioni disconosciute attraverso la esibizione di “copia delle timbrature aziendali o altra documentazione comprovante la presenza del reclamante in luogo differente rispetto a quello dove sono state effettuate le transazioni sospette”. A tale richiesta il cliente, con la nota di riscontro del 31 marzo 2010, non aveva dato alcun seguito, omettendo perfino di farvi cenno.