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Accantonamenti perdite su crediti e rischi emergenti: aspettative BCE

30 Luglio 2024

La BCE ha pubblicato un rapporto che illustra i progressi compiuti dalle banche e riassume le aspettative dell’Autorità sulle migliori pratiche affinché gli accantonamenti per perdite su crediti delle banche previsti dall’IFRS 9 riflettano anche i rischi emergenti.

Negli ultimi anni le banche si sono trovate ad affrontare sempre nuovi rischi che devono essere valutati: la stessa pandemia COVID-19 ha rivelato che i rischi sanitari e le relative restrizioni possono minacciare la solvibilità dei mutuatari.

Dopo che questa minaccia è stata gestita con il sostegno pubblico, è emersa una serie di altri rischi inediti, come l’approvvigionamento energetico, la stabilità geopolitica, gli alti tassi d’interesse, l’inflazione e i cambiamenti climatici.

Questo nuovo contesto di rischio rappresenta una sfida significativa per le autorità di vigilanza bancaria, che si basano su un quadro di vigilanza tradizionale che si basa in gran parte su serie storiche di dati: ma tali serie di dati non sono in grado di affrontare i rischi che si profilano all’orizzonte.

Per questo motivo, la Vigilanza bancaria della BCE pone un’attenzione particolare sugli strumenti e regolamenti di vigilanza che offrono una prospettiva lungimirante: se applicati correttamente, essi consentono alle banche di prepararsi e di ammortizzare tali rischi.

Una delle aree che la BCE sta esaminando è quella degli accantonamenti per perdite su crediti, previsto dagli IFRS 9.

Gli accantonamenti hanno un impatto sui coefficienti patrimoniali prudenziali, per cui un adeguato accantonamento contabile per i nuovi rischi funge anche da salvaguardia prudenziale nel caso in cui tali rischi si concretizzino.

La BCE non è un’autorità di vigilanza contabile, ma le è stato conferito il mandato prudenziale di influenzare le pratiche di accantonamento delle banche quando esiste una particolare preoccupazione prudenziale in merito a un’adeguata copertura dei rischi: il tema degli accantonamenti in base all’IFRS 9 è stato anche menzionato nelle priorità di vigilanza della BCE per il periodo 2022-2024.

Per affrontare in modo sistematico il tema degli accantonamenti per le perdite su crediti delle banche sottoposte a vigilanza, la BCE ha avviato nel novembre 2022 una verifica mirata e ha chiesto a 51 banche – quasi la metà di quelle sottoposte a vigilanza diretta – in che modo i loro accantonamenti IFRS 9 riflettano i rischi emergenti.

L’esame ha portato alla comunicazione alle banche di aspettative dell’autorità di vigilanza su come porre rimedio alle debolezze e adottare le migliori pratiche individuate tra quelle più virtuose.

Nel 2024, la BCE ha ripetuto l’esame tematico per le stesse banche, con riferimento ai dati finanziari di fine anno 2023, con l’intento di monitorare gli sforzi di implementazione delle banche e di intraprendere ulteriori azioni di vigilanza.

Alle banche sono stati chiesti inizialmente cinque nuovi rischi che potrebbero avere un impatto importante sui tassi di insolvenza identificati nei precedenti studi sul rischio di insolvenza, ossia l’approvvigionamento energetico, le catene di approvvigionamento in generale, i rischi ambientali, l’inflazione e i rischi geopolitici.

Quest’anno sono stati inclusi anche il contesto di alti tassi d’interesse e un’attenzione particolare agli immobili commerciali (CRE).

Tutti e sei i rischi hanno qualcosa in comune: non hanno dati storici necessari su cui si basano i classici modelli di accantonamento delle perdite attese; per questo motivo le banche hanno bisogno di approcci alternativi per quantificare e coprire questi rischi in modo affidabile.

Le banche riconoscono che ci sono rischi nuovi: la maggior parte delle banche non è però in grado di considerare i nuovi rischi in un modello statistico pienamente funzionale e convalidato, a causa dell’insufficienza di dati ed è probabile che questo problema persista nel prossimo futuro.

In queste circostanze la soluzione migliore è la misurazione fuori modello tramite overlay, che dovrebbero essere basati su metodologie solide.

Cercare di includere i nuovi rischi in modelli statistici con dati insufficienti sacrifica la qualità del modello, mentre ignorare completamente i nuovi rischi è la pratica meno accettabile, poiché in questo modo si sottovalutano sistematicamente le future perdite future sui prestiti.

Come previsto, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di utilizzare gli overlay, il che è appropriato se si segue una metodologia solida: significativamente, nel giro di un anno il numero di accantonamenti per i rischi climatici e ambientali è passato dal 16% al 55%, anche se con diversi gradi di sofisticazione.

Questo è un primo segnale del fatto che le raccomandazioni specifiche e mirate sono state comprese e accettate.

Tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga, e non solo per quanto riguarda i rischi climatici e ambientali: mentre la maggior parte delle banche considerano attivamente questi rischi, le metodologie di alcune banche non sono commisurate alla loro esposizione al rischio e, in molti casi, sono addirittura contraddittorie.


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