La Banca Centrale europea ha pubblicato un rapporto sull’accesso ai finanziamenti per le PMI.
Il rapporto evidenzia come le piccole e medie imprese (PMI) della zona euro abbiano registrato un aumento del fatturato in termini netti, riflettendo la ripresa dell’attività economica dall’inizio della pandemia da Covid-19.
Nel complesso, tuttavia, i profitti sono rimasti inferiori a causa degli aumenti degli altri costi (materie prime ed energia) e del costo del lavoro. In termini netti, il 71% delle PMI della zona euro ha segnalato un aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Al tempo stesso, il 43% ha indicato che il costo del lavoro è aumentato. Nonostante tutto, le PMI hanno segnalato un aumento netto (11%) dei loro investimenti fissi in tutti i paesi.
Come in passato, evidenzia la BCE, le preoccupazioni sull’accesso ai finanziamenti sono diminuite ulteriormente nell’area dell’euro nel suo complesso (7%), con le PMI che segnalano ulteriori miglioramenti nella disponibilità di prestiti bancari. Il gap di finanziamento esterno delle PMI – la differenza tra la variazione della domanda e la variazione della disponibilità di finanziamenti esterni – è sceso ulteriormente, come prima della pandemia, sia per la zona euro (-2%, dal 4%) che per la maggior parte dei paesi della zona euro.
Il rapporto sottolinea come una percentuale più ampia di PMI abbia percepito un miglioramento nella disponibilità delle banche a fornire credito (11%). I miglioramenti sono stati segnalati nella maggior parte dei paesi.