Il Consiglio UE, dopo l’approvazione da parte del Parlamento UE nella seduta del 14 marzo 2024, ha approvato in via definitiva il 21 maggio 2024 la c.d. legge sull’intelligenza artificiale (AI Act), che mira ad armonizzare le norme relative all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in Europa.
Il nuovo regolamento è volto a promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di AI sicuri e affidabili nel mercato unico dell’UE da parte di soggetti pubblici e privati, garantendo, al contempo, il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’UE e a stimolare gli investimenti e l’innovazione sull’intelligenza artificiale in Europa.
La legge sull’intelligenza artificiale si applica solo ai settori che rientrano nel diritto dell’UE e prevede esenzioni, ad esempio per i sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari e di difesa e per la ricerca.
L’AI Act classifica i diversi tipi di intelligenza artificiale in base al rischio: i sistemi di AI che presentano solo un rischio limitato sarebbero soggetti a obblighi di trasparenza molto leggeri, mentre i sistemi di AI ad alto rischio sarebbero autorizzati, ma soggetti a una serie di requisiti e obblighi per accedere al mercato dell’UE.
I sistemi di AI come, ad esempio, la manipolazione cognitiva del comportamento e il social scoring saranno banditi dall’UE perché il loro rischio è considerato inaccettabile.
La legge vieta anche l’uso dell’AI per la polizia predittiva basata sulla profilazione e i sistemi che utilizzano dati biometrici per classificare le persone in base a categorie specifiche come razza, religione o orientamento sessuale.
L’AI Act tratta anche l’uso di modelli di IA per scopi generali (GPAI), i quali, se non presentano rischi sistemici, saranno soggetti ad alcuni requisiti limitati, ad esempio per quanto riguarda la trasparenza; quelli che presentano invece rischi sistemici dovranno rispettare regole più severe.
Per garantire un’applicazione adeguata, sono stati istituiti diversi organi di governo:
- un Ufficio AI all’interno della Commissione per far rispettare le regole comuni in tutta l’UE
- un gruppo scientifico di esperti indipendenti per sostenere le attività di applicazione delle norme
- un comitato per l’AI con rappresentanti degli Stati membri per consigliare e assistere la Commissione e gli Stati membri nell’applicazione coerente ed efficace della legge sull’AI
- un forum consultivo per le parti interessate che fornisca competenze tecniche al comitato per l’IA e alla Commissione.
Le ammende per le infrazioni alla legge sull’IA sono fissate come una percentuale del fatturato annuo globale dell’azienda trasgressore nell’esercizio finanziario precedente o di un importo predeterminato, a seconda di quale sia più alto; le PMI e le start-up sono soggette a sanzioni amministrative proporzionali.
Prima che un sistema di intelligenza artificiale ad alto rischio venga utilizzato da alcuni enti che forniscono servizi pubblici, dovrà essere valutato l’impatto sui diritti fondamentali.
Il regolamento prevede anche una maggiore trasparenza per quanto riguarda lo sviluppo e l’uso dei sistemi di IA ad alto rischio, i quali, così come alcuni utenti di un sistema di AI ad alto rischio che siano enti pubblici, dovranno essere registrati nella banca dati dell’UE per i sistemi di AI ad alto rischio, e gli utenti di un sistema di riconoscimento delle emozioni dovranno informare le persone fisiche quando sono esposte a tale sistema.
L’AI Act prevede un quadro giuridico favorevole all’innovazione e mira a promuovere l’apprendimento normativo basato sull’evidenza: la nuova legge prevede che le sandbox di regolamentazione dell’AI, che consentono un ambiente controllato per lo sviluppo, la sperimentazione e la convalida di sistemi innovativi di AI, debbano anche consentire la sperimentazione di sistemi innovativi di AI in condizioni reali.
Dopo essere stato firmato dai presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio, l’atto legislativo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE nei prossimi giorni ed entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione.
Il nuovo regolamento si applicherà due anni dopo la sua entrata in vigore, con alcune eccezioni per disposizioni specifiche.