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Attualità

Anacredit, la nuova banca dati comunitaria. L’Unione Europea si può fare anche così.

22 Ottobre 2018

Alessandro Ranieri

Di cosa si parla in questo articolo

[*] L’Unione Europea si può fare anche con AnaCredit. In un momento ove nazionalismi e interessi di parte si affermano con forza, la Banca Centrale Europea (BCE) ribadisce con un’altra iniziativa la volontà di irrobustire e rafforzare la compagine comunitaria con un progetto ritagliato ad hoc per il sistema bancario. Ove l’eccellenza e l’esperienza in termini di conoscenze e competenze delle banche e dei bancari italiani è stata più volte sottolineata a livello comunitario. Forse potrebbe tornare d’attualità una frase carpita all’Avvocato per antonomasia – Gianni Agnelli -, che una volta disse “… per essere italiani nel mondo, dovremmo cercare di essere europei in Italia”.

Con questa metafora, in una situazione ove si discuta di euro, di Brexit, di Unione, della condivisione di valori oltre che della moneta e della banca centrale, l’Autorità di Vigilanza e le altre banche provano a riportare il timone della debole “imbarcazione europea” sulla rotta di un ritrovata condivisione di valori ed attività, come quella bancaria e in particolare della raccolta e condivisione dei dati.

BCE, le banche centrali nazionali dei paesi aderenti all’area euro ma anche quelle di alcuni paesi non appartenenti all’area, hanno varato un progetto per una nuova base di dati contenente informazioni dettagliate sui prestiti bancari a livello individuale nell’area dell’euro.

L’acronimo AnaCredit sta per “ANAlytical CREDIT datasets”, che significa dati analitici sul credito. L’ambiziosa idea è partita nel 2011 da BCE e dalle altre banche centrali nazionali; l’obiettivo è quello di attingere a nuove informazioni, nonché alle banche dati delle Centrali dei Rischi (C/R) nazionali già esistenti per conseguire un insieme di dati armonizzato, definito per l’appunto granulare, a supporto di varie funzioni della banca centrale, fra cui il processo decisionale della politica monetaria e la vigilanza macroprudenziale.

Cosa significa granulare, termine che caratterizza il regolamento, il manuale e le altre informazioni provenienti da BCE e banche centrali? Prendendo in prestito la celebre enciclopedia Treccani per granulare si intende “…grànulo: sostantivo maschile che deriva dal tardo latino granŭlum, diminuitivo di granum (chicco).”. Quindi per banca dati granulare si può intendere un prospetto super particolareggiato, analitico, ove tutti i piccoli “chicchi”, le informazioni sui crediti, gli investimenti, i finanziamenti, le operazioni andranno a costituire una grande banca dati a disposizione delle Authorities di Vigilanza.

Evoluzione o rivoluzione?[1] Ma sembrerebbe di primo acchitto un’evoluzione e un’applicazione dei progetti già in atto in Italia come la C/R, PUMA (Procedura Unica di Matrice Aziendale), o di quelli comunitari come ERF (European Reporting Framework) e BIRD (Banks’ Integrated Reporting Dictionary).

Pensandoci bene, forse una rivoluzione, perché l’idea dell’European Banking Authority (EBA) sembra essere quella di creare un corpo unico di regole europee (single rulebook) per contribuire alla convergenza delle prassi per il corretto funzionamento del Mercato Unico[2]. Il sentiero o la traccia seguita negli ultimi anni è rappresentata dall’introduzione di nuovi reporting sintetici armonizzati in termini di regole, set informativi e formati tra tutti i paesi del Single Supervisory Mechanism(SSM) da inviare in ridottissime tempistiche. Osservando il programma dei Regulators dei prossimi anni se ne trova conferma; l’orientamento sembra stia evolvendo verso un nuovo paradigma: il passaggio da basi informative sintetiche (aggregates) a granulari (single-deal level) che porterà nel giro di qualche anno a richiedere l’apertura dello Stato Patrimoniale (SP) a livello granulare e/o di altre informazioni. Infatti già dal 2018 le nuove segnalazioni regolamentari dei principali gruppi bancari e non, riguardano lo SP Attivo voce “finanziamenti”, lo SP Attivo voce “titoli di debito”, l’intero SP Passivo, con particolare focus sulle voci “depositi, strumenti emessi, altre passività finanziarie. Non solo. Come testimoniato da altri interventi di BCE[3] il reporting granulare potrebbe essere il primo passo per il progressivo abbandono dei reporting sintetici e la “ricostruzione centralizzata” (“re-build”) da parte del Regulator di viste aggregate e indicatori sintetici per monitorare e valutare l’industria bancaria. In definitiva, data la granularità delle informazioni richieste dal framework AnaCredit, questo potrebbe anche costituire il punto di partenza per analisi approfondite su diversi ambiti riguardanti il credito. Un’ipotesi fatta più volte è che con l’integrazione delle informazioni fornite da AnaCredit, si potrà implementare al meglio l’attività di monitoraggio e controllo da parte delle Autorità sulla strategia di gestione dei NPL (No Performing Loans), nonché per le banche di rispondere con tempestività e puntualità alle richieste del regolatore.

Il Comitato per la vigilanza bancaria ha promosso l’idea di un registro dei crediti più armonizzato al fine di utilizzare tali dati come fonte primaria di informazioni per i processi analitici e statistici. E’ già attiva una ”Joint Task Force on Analytical Credit Dataset (JTF)”, con l’obiettivo di predisporre, in via preliminare, i requisiti di reporting Anacredit per la costituzione del nuovo credit dataset.

Il Regolamento BCE chiarisce che gli obiettivi del progetto sono quelli di ampliare e sviluppare a livello granulare le statistiche “armonizzate” europee; supportare – nello svolgimento dei propri compiti – le stesse Autorità nell’analisi e definizione della politica monetaria e nella gestione del rischio micro e macroeconomico.

In realtà, di fatto, Anacredit metterà in chiaro al Regulator le caratteristiche fondamentali del debitore, dello strumento e delle garanzie, i parametri di rischio associati, nonché le valutazioni effettuate per finalità di bilancio, rappresentando così una sorta di AQR (Asset Quality Review) ricorrente. La profondità delle informazioni trasmesse rappresenterà per BCE un robusto strumento per verificare l’aderenza dei dati con i reporting sintetici, delle policy contabili di classificazione e di provisioning, nonché la compliance con le “guidelines on NPL” di recente emanazione.

La nuova segnalazione AnaCredit risponde all’esigenza di detenere all’interno del SEBC un set di dati armonizzato in relazione ai prestiti bancari necessari ad elaborare analisi statistiche più dettagliate e di migliore qualità sulle esposizioni creditizie del settore finanziario e sul rischio di credito connesso.

Con precise caratteristiche:

  • un perimetro di applicazione e flussi informativi, ovvero le Credit Institutions residenti in un stato membro e loro foreign branches forniscono un flusso su base individuale
  • un modello dati del reporting, composto da n.90 “attributi” e n.7 “identificativi”, per un totale di n.97 caratteristiche, strutturate in 10 “tabelle”, raccolte in n. 2 “template” ed una soglia di reporting, per ora, identificata in 25.000 euro per controparte
  • un dettagliato timelapse, che prevede una prima applicazione dal settembre 2018 l’invio delle “table” mensili e trimestrali sulla reference date del 30 giugno 2018; a partire dal 30 marzo 2018 l’avvio della fase di popolazione della cosiddetta “Anagrafe Soggetti” con i nuovi attributi previsti per la segnalazione della Counterparty Reference Table
  • reporting segnaletico, con dati mensili il giorno lavorativo 23 del mese, dati trimestrali il cinquamtesimo giorno dalla remittance date, un supervisory reporting ed eventuali cambi (definiti on change) su dati mensili e trimestrali

AnaCredit è quindi un progetto del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) in atto da più di sette anni, finalizzato alla costituzione di una banca dati sulle operazioni del sistema bancario dell’eurozona. In sostanza le nuove informazioni andranno ad alimentere un archivio europeo dei crediti, del rischio di credito e dei titoli che verrà gestito dalla BCE. Il nuovo archivio sarà verosimilmente utilizzato per soddisfare tutte le esigenze informative di funzioni istituzionali del SEBC come la politica monetaria, la stabilità finanziaria, la ricerca, la produzione di statistiche, nonché, in futuro, le esigenze informative di vigilanza micro-prudenziale del SSM.

Il nuovo contesto delle segnalazioni riguarda controparti, strumenti e garanzie ed il dataset ricomprende in particolare:

  1. counterparty reference data
  2. instrument data
  3. financial data
  4. joint liabilities data
  5. counterparty instrument data
  6. accounting data
  7. protection received data
  8. instrument – protection received
  9. counterparty risk data
  10.  counterparty default data.

L’obiettivo della BCE e del SEBC è rivolto quindi alla costituzione di una banca dati a supporto delle decisioni sul piano delle politiche, ove occorrono dati di buona qualità. La crisi finanziaria ha enfatizzato l’esigenza di statistiche più dettagliate e di migliore qualità per due ordini di ragioni.

  1. Anzitutto ha dimostrato che diversi settori economici, nonché singole imprese e famiglie nei vari paesi dell’area dell’euro, hanno reagito con modalità molto differenti agli shock economici. Per la definizione delle proprie politiche, la BCE deve essere consapevole di tali andamenti, comprenderli e monitorarli.
  2. Inoltre la BCE, le banche centrali nazionali e le autorità dell’area dell’euro hanno assunto nuovi compiti sul piano della vigilanza macroprudenziale. Nuovi compiti richiedono nuovi strumenti e nuove conoscenze. In un primo tempo, Anacredit è concepito per fornire le informazioni aggiuntive necessarie in relazione alle funzioni di politica monetaria e stabilità finanziaria. Successivamente potranno essere valutate anche ulteriori esigenze connesse alla vigilanza bancaria.

AnaCredit si baserà su concetti e definizioni armonizzati e sulla completa copertura dei dati per almeno tutti i paesi dell’area dell’euro, assicurando così maggiore comparabilità. Il risultato dovrebbe essere un significativo miglioramento della base di informazioni statistiche per l’Eurosistema.

E’ stato più volte sottolineato come AnaCredit non sarà una C/R comunitaria, ma avrà l’obiettivo, ancora più ambizioso di alimentere un archivio europeo delle operazioni e che verrà gestito dalla BCE. Il servizio centralizzato dei rischi e la raccolta dati AnaCredit verranno integrati successivamente all’avvio della nuova raccolta dati e quindi, per il momento, le due rilevazioni restano separate. Di conseguenza, la disciplina nazionale in materia di C/R resterà vigente ed efficace nei confronti di tutti i soggetti bancari e finanziari tenuti alla partecipazione – anche se sottoposti alla supervisione europea – e permarrà in capo alla Banca d’Italia un potere regolamentare sul servizio di centralizzazione dei rischi che è espressione della funzione di vigilanza bancaria.

Il progetto si inserisce in un quadro più complesso, ove importanti novità riguardanti le segnalazioni hanno prodotto negli ultimi anni un articolato processo. A livello internazionale il Comitato di Basilea ha formulato nuovi requisiti segnaletici, quali quelli sui profili di liquidità e di leva finanziaria, che l’Europa ha adottato con propri regolamenti; il SSM ha introdotto l’esercizio quantitativo dell’AQR; in Italia sono state istituite le raccolte di dati analitiche sulla Loss Given Default (LGD) e sulle sofferenze bancarie. Infine nel SEBC sono partite appunto le nuove segnalazioni granulari sui crediti (AnaCredit) e l’estensione di quella sui titoli detenuti (Securities Holdings Statistics)[4].

In definitiva un progetto ove l’integrazione viene declinata affinché le informazioni vengano raccolte dagli enti segnalanti prive di ridondanze e con l’obiettivo di poter essere utilizzate per più finalità. I dati dovrebbero essere raccolti una sola volta e quindi utilizzati per molteplici finalità secondo un modello di dati standardizzato. Tale processo non dovrà però produrre un eccesso di granularità rispetto a quella attualmente prevista per il set di informazioni che si intende integrare, anche per evitare estensioni non necessarie. Intermediari e banche, comprese le istituzioni più piccole, dovrebbero beneficiare dell’integrazione dei diversi requisiti di segnalazione in un set armonizzato di relazioni.

In sintesi, individuare la soluzione più efficace tra integrazione e costi della stessa anche in termini di tempestività e frequenza dei rapporti, che consenta contemporaneamente agli enti segnalanti di adempiere ai loro doveri e alle BCN di soddisfare le loro esigenze conoscitive. Sperando che “… l’innovazione sia frutto anche di una condivisione della conoscenza che dipenderà dalla collaborazione tra le persone. Come il sapere che sta spesso nelle relazioni e nelle pratiche sociali[5].



[*] L’articolo qui presentato riprende in alcune parti l’intervento e gli atti del convegno organizzato dalla rivista Diritto Bancario” il 20 settembre 2018 a Milano, sede Palazzo delle Stelline, sul tema “Come decifrare Anacredit”. Ringrazio il prof. Giuseppe Gugliemo Santorsola per gli spunti, il confronto, la disponibilità e cortesia prestata, oltre che per il prezioso materiale fornitomi, indispensabile, per la realizzazione dell’intervento. Ovviamente le persone citate in quest’intervento hanno svolto un ruolo fondamentale nella stesura dell’articolo, ma desidero precisare che ogni errore o imprecisione è imputabile solo a me.

[1] Giuseppe Gugliemo Santorsola (Università Parthenope – Napoli), intervento al convegno organizzato dalla rivista “Diritto Bancario” il 20 settembre 2018 a Milano, sede Palazzo delle Stelline, sul tema “Come decifrare Anacredit”

[2] EY, presentazione pubblicata via web (https://www.ey.com/Publication/vwLUAssets/Adeguamento_

Normativo_al_Regolamento_UE_2016_867/$FILE/ABI_EY_AnaCredit_Final.pdf) “Adeguamento Normativo al Regolamento UE 2016/867 BCE e Circ.297/2017 di BankIT – EY Approach – Segnalazione AnaCredit –

[3] BCE – Meeting in Francoforte 5 luglio 2016

[4] Luigi Federico Signorini (Banca d’Italia , intervento al convegno tenuto in Banca d’Italia il 15 maggio 2018 sul tema “Tra segnalazioni nazionali e reporting armonizzato europeo – Rafforzare la cooperazione fra intermediari e Autorità”

[5] Alessandro Carretta (Assifact”), intervento al convegno tenuto in Banca d’Italia il 15 maggio 2018 sul tema “Tra segnalazioni nazionali e reporting armonizzato europeo – Rafforzare la cooperazione fra intermediari e Autorità”

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