Il Joint Committee delle Autorità Europee di Vigilanza (European Supervisory Authorities o ESAs) – ESMA, EBA ed EIOPA – ha diffuso un’Opinione sui rischi che le attività di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo comportano per il mercato finanziario, ai sensi dell’articolo 6, par. 5 della Direttiva (UE) 2015/849 (IV Direttiva Antiriciclaggio).
Il documento contribuisce alla valutazione dei rischi operata dalla Commissione, nonché alla convergenza delle pratiche di vigilanza tra gli Stati Membri e, dunque, al raggiungimento di un level playing field nel contrasto dei due fenomeni in parola.
Secondo le ESAs, le maggiori criticità risiedono nei seguenti elementi:
- l’inefficacia di sistemi e controlli, tale da rendere le imprese vulnerabili ai reati finanziari;
- la possibilità di un cosiddetto “arbitraggio regolamentare” fra diversi ordinamenti nazionali, cioè l’eventualità in cui un soggetto richiedente l’autorizzazione all’esercizio di un’attività riservata presenti la sua istanza in uno Stato Membro in cui la normativa è più blanda, ottenendo così un “passaporto” valido anche nei Paesi UE dove vigono maggiori restrizioni;
- la mancanza di un accesso tempestivo ai dati di intelligence sui sospetti, che aiuterebbe a chiudere i canali di finanziamento del terrorismo;
- la possibilità che transazioni a elevato rischio vengano marginalizzate nei circuiti tradizionali e siano quindi eseguite sottotraccia, per esempio nel caso in cui alcune imprese rifiutino di offrire servizi a clienti meno redditizi, associati a un maggiore rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo.
Il documento in oggetto rileva che, se non affrontanti in maniera adeguata, questi elementi rischiano di indebolire le difese europee contro tali fenomeni.
Si rendono dunque necessarie ulteriori azioni per garantirne l’efficacia dei sistemi di contrasto al riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo. Ciò a maggior ragione ove si consideri la generale tendenza regolatoria aun approccio risk-based (tale dunque da richiedere maggiore consapevolezza dei rischi, nonché expertise nelle politiche per mitigarli).