La UIF ha pubblicato il proprio piano strategico 2023 – 2025 nel contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Il contesto in cui opera la UIF è attualmente connotato da una forte dinamicità sia con riferimento all’evoluzione normativa sia con riguardo al quadro dei rischi e alle condizioni operative.
La capillare diffusione del Fintech ha fatto emergere nuovi strumenti finanziari e ha innovato le transazioni e le modalità di scambio; la diffusione delle tecnologie basate sulla blockchain ha ampliato e diversificato la platea degli operatori cui si applicano gli obblighi antiriciclaggio.
Il contesto antiriciclaggio europeo e globale
Fenomeni di riciclaggio e corruzione su larga scala che hanno investito alcuni Paesi europei hanno evidenziato carenze nei loro presidi di prevenzione e di controllo e hanno innescato gravi crisi bancarie.
Anche a seguito di tali eventi, a livello europeo è in corso di definizione una riforma organica del quadro regolamentare e istituzionale, che prevede tra l’altro l’introduzione di un “rulebook” antiriciclaggio armonizzato, il rafforzamento dei controlli, la nascita dell’Anti Money Laundering Authority (AMLA), con separate funzioni di supervisione antiriciclaggio e di “Meccanismo di coordinamento e di supporto” all’azione delle FIU.
L’AMLA si porrà al centro di un sistema integrato ed eserciterà poteri di supervisione diretta e indiretta nei confronti, in particolare, degli intermediari bancari e finanziari nonché di coordinamento dell’attività delle FIU, che continueranno a svolgere autonomamente le attività loro attribuite.
Nel proprio piano strategico, la UIF evidenzia come si tratti di un punto di svolta fondamentale nella definizione degli assetti istituzionali europei, con significative ripercussioni sui compiti delle autorità nazionali e sulle modalità di svolgimento delle attività antiriciclaggio.
I compiti della UIF si collocano in un quadro di rischi ampio sul piano geografico e complesso nella dialettica tra presidi e minacce mutevoli, che si manifestano in maniera talora inattesa.
Indispensabili strumenti di orientamento strategico e operativo sono costituiti dal Supranational Risk Assessment, aggiornato dalla Commissione europea con cadenza biennale, e dalla Valutazione Nazionale dei Rischi, curata dal MEF con il contributo delle autorità competenti.
A livello globale, il ricorso a “paradisi fiscali”, centri off-shore e paesi non collaborativi continua a offrire opportunità di arbitraggio regolamentare, anche a causa del basso grado di armonizzazione di regole e standard e della non elevata efficacia delle politiche di blacklisting.
Il contesto italiano
In Italia il rischio di riciclaggio permane molto significativo, con un’elevata incidenza delle condotte illecite riconducibili a corruzione, estorsione, evasione e reati tributari, usura, narcotraffico, reati fallimentari e societari.
Il campo di azione criminale si è ampliato anche perché la pandemia e la conseguente crisi economica hanno aperto occasioni di sfruttamento delle ingenti risorse pubbliche messe in campo, a sostegno dell’economia, sia dall’Italia che dall’Europa. Le ulteriori ingenti disponibilità previste dal PNRR e i negativi impatti economici conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia accrescono il rischio di illeciti a danno di cittadini e imprese.
Resta centrale, in questo quadro, il ruolo delle organizzazioni criminali italiane e straniere, in grado di assicurare la continua evoluzione di tecniche e processi funzionali all’occultamento di risorse anche in danno dell’erario e la movimentazione e il reinvestimento di capitali di provenienza illecita; l’accesso ad ampissime reti relazionali, interconnesse anche con ambienti non strettamente criminali, consente inoltre di incidere spesso anche su processi decisionali pubblici.
Nel proprio piano strategico 2023 – 2025, la UIF evidenzia come sui rischi di riciclaggio continuano a pesare la diffusione dell’uso del contante e la dimensione dell’economia non osservata. Per altro verso, l’incessante sviluppo tecnologico favorisce la definizione di nuovi prodotti, la velocità delle transazioni e la spersonalizzazione del rapporto agevolando l’anonimato, con conseguenti rischi non sempre adeguatamente percepiti da parte di alcune categorie di operatori non finanziari. La diffusione di crypto-assets, anche nella forma di stablecoin, e più in generale di forme di finanza decentralizzata (De.Fi.) introducono rischi difficilmente presidiabili, specie a livello nazionale, attraverso metodologie tradizionali
Obiettivi del piano strategico UIF 2023 – 2025
Nel sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio, sottolinea la UIF nel proprio piano strategico, deve porsi l’obiettivo di rappresentare un punto di riferimento non soltanto per i soggetti obbligati e per le altre Autorità, ma anche per la società civile, che deve poter vedere nell’Unità un esempio, al passo con i tempi, di competenza, efficienza e concreto impegno per la tutela della legalità. Nell’attuale contesto la UIF deve mantenere e consolidare il ruolo di impulso nello sviluppo del nuovo sistema europeo, proseguendo e rafforzando i rapporti con gli interlocutori nazionali e dell’Unione, nonché sviluppare, in raccordo con i settori della Banca d’Italia interessati, iniziative per prepararsi a partecipare efficacemente al nuovo sistema sovranazionale.
Si riportano di seguito i cinque obiettivi del piano strategico UIF 2023 – 2025
- Aumentare l’efficacia dell’attività di analisi finanziaria dell’Unità a fronte dell’ampliamento del patrimonio informativo, delle innovazioni tecniche, dell’integrazione internazionale
- Favorire la collaborazione dei destinatari degli obblighi antiriciclaggio al fine di contribuire al miglioramento della qualità delle segnalazioni
- Estendere il perimetro e il contenuto della collaborazione con altre autorità competenti per supportare le analisi della UIF e contribuire all’azione preventiva e repressiva degli altri organi
- Potenziare la comunicazione su attività, risultati, rischi e proposte, attraverso iniziative informative e pubblicazioni, per aumentare il grado di accountability dell’Unità
- Partecipare alla definizione di policy, standard e regole internazionali ed europee e sviluppare la collaborazione operativa internazionale, anche nella prospettiva dell’avvio dell’AMLA